martedì 27 settembre 2011

Meredith, in aula le foto dell'orrore "Guardate come l'hanno ridotta"

Il legale dei Kercher: "Sembra un delitto di mafia". Poi si scusa per la proiezione

PERUGIA
Le foto dell’orrore, sei in tutto, con in primo piano il corpo straziato di Meredith, ancora una volta hanno fatto accopponare la pelle e tolto il respiro a tutti i presenti nell’aula del processo Knox-Sollecito. Erano già state proiettate sabato scorso dalla pubblica accusa ma in quell’occasione la loro visione era avvenuta a porte chiuse, proprio su richiesta dell’avvocato Maresca, difensore della famiglia Kercher, soprattutto per rispetto nei confronti della vittima e poi perché, catturate dai fotografi e dai cineoperatori, avrebbero fatto il giro del mondo sul web alla velocità della luce.

Invece proprio Maresca ieri ha mostrato più volte il corpo nudo di Meredith coperto di sangue e le immagini ravvicinate del lato sinistro del collo là dove il coltello ha provocato le ferite mortali. Aggiungendo a commento: «Non riesco a capire perché una ragazza così bella e gioiosa sia stata sgozzata proprio come fa la mafia quando subisce un torto. Il suo unico torto è stato solo quello di aver incontrato gli assassini proprio mentre stava andando a dormire, accanto al letto dove pensava di essere al riparo da tutto». L’avvocato dei Kercher, sentite le proteste in aula, ha poi chiesto scusa alla famiglia per non aver fatto allontanare i giornalisti durante la visione delle immagini, «una dimenticanza dovuta solo al fatto che ero molto preso dalla discussione».

Le foto hanno comunque prodotto il loro effetto anche perché il legale si è soffermato a lungo sulle modalità del delitto. Secondo la ricostruzione è stata la sua resistenza al rapporto sessuale a firmare l’azione delittuosa. Lei non voleva ed è stata minacciata prima con la punta del coltello sulla guancia sinistra come da piccola ferita riscontrata durante l’autopsia, dopo di che c’è stata un’escalation incredibile di violenza. Sono state contate oltre 40 ferite. Quelle al naso e alla bocca, viste nelle foto (Amanda e Raffaele erano gli unici a non guardare lo schermo, i loro occhi erano fissi sulla giuria), sono dovute al tentativo di soffocamento come quelle sotto la mandipola. Ma prima di ricevere il fendente fatale alla gola la ragazza è stata violentata . «Non ci sono lesioni da difesa» ha precisato l’avvocato Perna che ha trattato gli aspetti medico-legali.

L’avvocato Maresca nella sua arringa durata circa 3 ore e mezzo, ha vivisezionato i punti «caldi» della difesa (l’alibi, il computer, l’assenza di movente, i telefonini) e puntato l’indice sulla maldestra simulazione di furto «utile solo a chi aveva le chiavi di casa». Al centro dell’arringa di Carlo Pacelli difensore di Patrick Lumumba, è stata invece la figura di Amanda Knox, definita ragazza luciferina dal volto d’angelo, «fangosa fuori e nera dentro» dedita alle droghe, all’alcol, alla lussuria e in cerca di emozioni sempre più border line.

Spregiudicata nel mentire, incantatrice come Circe e crudele come Messalina. «Quando il 5 novembre si è recata in Questura per accompagnare Raffaele e si è resa conto che il suo ragazzo stava cambiando versione ha perso il controllo e per salvarsi si è inventata la storia di Lumumba per depistare le indagini» ha ricostruito il legale. E ha aggiunto: nonostante sapesse di aver accusato un innocente («L’ha detto anche alla madre e ai suoi avvocati») per moltissimi giorni, fino a quando Lumumba non ha potuto dimostrare la sua innocenza, ha continuato a tacere con gli inquirenti. È una ragazza spregiudicata, un’impostora. In Questura è stata l’unica tra tutte le amiche di Meredith a non piangere, continuando a scambiarsi effusioni e baci con Sollecito». Le parti civili Kercher e Lumumba hanno chiesto i danni, non quantificati e la conferma della sentenza di primo grado.

ANNA LIA SABELLI

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