
L’uomo, che nella vita svolge l’attività di impiegato, già noto alle forze dell’ordine si era reso irreperibile dallo scorso mese di giugno quando, a seguito di un’indagine condotta dai carabinieri della Compagnia di Catania-Fontanarossa, era stato ritenuto colpevolezza del reato di ricettazione.
Il personale in forza alla Compagnia di Tropea, guidata dal capitano Francesco Di Pinto, è pervenuto all’arresto di Zammataro a conclusione di una prolungata attività di osservazione e pedinamento, localizzandolo nella struttura turistica insieme alla moglie e ai due figli minori. Un’attività svolta in stretta sinergia coi i colleghi della Comagnia della città siciliana che ha consentito di chiudere rapidamente il cerchio attorno al latitante.
E così i carabinieri fingendosi personale dei servizi del noto villaggio turistico, hanno bussato nella porta del bungalow all’interno del quale soggiornava la famiglia Zammataro. Il successivo arresto è avvenuto senza che il 33enne opponesse alcuna resistenza ai carabinieri che, in maniera assolutamente discreta, non hanno disturbato il sonno degli altri ignari villeggianti. Tutto il “blitz” è durato pochissimi minuti. L’arrestato, infine, espletate le formalità di rito, è stato tradotto presso l’istituto penitenziario di Vibo Valentia a disposizione dell’autorità giudiziaria competente.
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