I soldati erano nel Paese per addestrare le forze
armate afghane. Il cordoglio del presidente Napolitano
e del premier Berlusconi
Un incidente stradale a bordo di un Lince, il blindato che tante volte ha protetto i soldati dallo scoppio di ordigni improvvisati. Lungo una strada di Herat, non lontano da Camp Arena, la base del contingente nazionale. Sono morti così - secondo le scarne informazioni fornite - tre militari italiani questa mattina in Afghanistan: il tenente Riccardo Bucci (34 anni), il caporal maggiore scelto Mario Frasca (32), il caporal maggiore Massimo Di Legge (28).
La nota ufficiale di Isaf si limita a parlare di tre morti a causa di ferite «non legate a scontri». Secondo i primi accertamenti, il soldato che stava in ralla, la torretta del Lince, avrebbe segnalato un ostacolo lungo la strada del mezzo; l’autista, a quel punto, avrebbe sterzato bruscamente e il blindato si è ribaltato. Uno dei militari è morto subito, altri due sono stati soccorsi in condizioni gravissime, ma non ce l’hanno fatta. I soldati facevano parte di un Omlt (Operational mentoring and liaison team), nuclei che addestrano e seguono i soldati afgani in ogni loro attività, anche quelle più pericolose sul campo. Messaggi di cordoglio sono arrivati da istituzioni e schieramenti politici. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha espresso «profonda commozione» e, in sua presenza, un minuto di silenzio è stato osservato allo "School day" nel cortile d’onore del palazzo del Quirinale.
«A loro e a tutti i militari impegnati nelle operazioni di pace in quel Paese e in altre parti del mondo - ha detto da parte sua il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi - va la riconoscenza mia e di tutti gli italiani». Messaggi di cordoglio sono giunti anche dai presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini. Dal Pd, Anna Finocchiaro e Rosi Bindi in testa, sono arrivate, con il cordoglio, richieste di chiarimenti sulla dinamica dell’incidente. Dolore tra i familiari e i commilitoni dei caduti. Il pugliese Frasca, nato a Foggia e di stanza al Comando delle Forze operative terrestri di Verona, era rientrato in Afghanistan domenica scorsa, dopo una breve licenza. Avrebbe concluso la missione tra poco più di un mese, il 30 ottobre. Bucci, di Milano, faceva invece parte del reggimento Lagunari ’Serenissimà e lascia la moglie ed una bambina di 13 mesi. Il più giovane, Di Legge, originario di Aprilia (Latina), era in servizio presso il Raggruppamento Logistico Centrale di Roma.
Ma in Afghanistan resta sempre alto il pericolo rappresentato dagli insorti. Oggi due militari Isaf sono morti per l’esplosione di un ordigno nell’Est. Dall’inizio dell’anno, tra i contingenti stranieri presenti nel Paese, si contano 454 vittime. Ed uno scontro con gli insorti ha provocato il ferimento lieve ad una spalla di un militare italiano nella zona di Bala Murghab, spesso teatro di attacchi contro Isaf. Il soldato partecipava ad un’operazione che vedeva impegnate anche le forze di sicurezza afghane insieme ai militari italiani. Nel corso dell’attività c’è stato lo scontro con i ribelli che sembra abbiano sparato alcuni colpi di mortaio. Il ferito è un ufficiale del 151/o Reggimento Fanteria ’Sassarì. Proprio la Brigata Sassari sta completando in questi giorni il suo schieramento in Afghanistan: la settimana prossima ci sarà il passaggio di consegne con i parà della Folgore che rientreranno in Patria.
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