venerdì 23 settembre 2011

Terremoto Abruzzo, truffa da 12 milioni

Due in manette e tre indagati
Nell'inchiesta anche una fondazione di cui facevano

parte i vertici della Curia


ROMA - Due persone sono state arrestate dai carabinieri del Noe dell'Aquila con l'accusa di truffa ai danni dello Stato: avrebbero tentato di distrarre 12 milioni di euro destinati alle popolazioni delle aree terremotate abruzzesi, per la realizzazione di interventi urgenti nel sociale. Gli arrestati sono il direttore del "Sistema qualità montagna" del disciolto Ente italiano della montagna, Fabrizio Traversi, 62 anni, di Roma, e il medico aquilano Gianfranco Cavaliere (36), entrambi agli arresti domiciliari. Nell'ambito dell'inchiesta altre tre persone sono finite nel registro degli indagati. Le indagini erano state avviate nel maggio del 2010 dalla procura della Repubblica dell'Aquila; gli arresti sono stati disposti dal gip. L'operazione è stata denominata "Attenti a quei due" perché nelle intercettazioni telefoniche i due arrestati si paragonavano ai protagonisti del serial televisivo. I carabinieri hanno avviato perquisizioni a Roma e nel Comune di San Demetrio ne' Vestini (L'Aquila). Nel pomeriggio gli interrogatori di garanzia dei due arrestati.


L'azione della procura dell'Aquila, resa nota con un comunicato firmato dal procuratore capo, Alfredo Rossini, tocca palazzo Chigi visto che Traversi è un dipendente della presidenza del Consiglio dei ministri. Il giovane medico Gianfranco Cavaliere è figlio di un consigliere comunale dell'Aquila del Pdl Raffaele, già al centro di un'altra inchiesta per una presunta assegnazione illecita di un alloggio del progetto C.a.s.e. L'ordinanza di custodia cautelare è composta da 150 pagine gran parte delle quali dedicate alle intercettazioni telefoniche. Secondo l'accusa i due sarebbero responsabili di un tentativo di truffa ai danni dello Stato finalizzata a distrarre le somme previste per la popolazione del "cratere" nell'ambito della legge numero 77 di conversione del "decreto Abruzzo", approvato dal Consiglio dei ministri all'indomani del terremoto del 6 aprile 2009. Sempre stando all'accusa, per la realizzazione di questo disegno sono stati coinvolti numerosi soggetti istituzionali, ingannati o inconsapevolmente strumentalizzati da Traversi e Cavaliere che avevano costituito una serie di onlus collegate tra loro con l'intenzione di accaparrarsi i contributi pubblici.

Le tre persone indagate sono Silvano Cappelli, sindaco di San Demetrio (L'Aquila), al quale è stato notificato l'avviso di garanzia durante la perquisizione svolta dai carabinieri questa mattina in municipio, con sequestro di atti relativi a un progetto di realizzazione di strutture sociali di cui l'amministrazione era capofila insieme ad altri Comuni del comprensorio; Mimmo Srour, già sindaco di Sant'Eusanio Forconese (L'Aquila), ex assessore regionale ai Lavori pubblici durante l'amministrazione Del Turco e, per un breve periodo, assessore provinciale alla Ricostruzione con la Giunta Del Corvo; infine, Nicola Ferrigni, ricercatore dell'Eurispes, istituto privato di studi politici, economici e sociali.

«Non ho nemmeno capito l'oggetto principale di questa inchiesta perché non so nulla - commenta il sindaco Cappelli - Siamo stati coinvolti come Comune capofila, penso che sia più un atto dovuto». Quanto al progetto su cui ha posto attenzione la procura, Cappelli dice che «richiedere un finanziamento è uno degli atti principali per un sindaco. Sarà importante capire cosa si è costruito intorno a questo progetto. Sto tranquillo, ho fiducia nella magistratura e non vedo l'ora che si chiarisca questa cosa». Per quanto riguarda Srour, che dichiara di non aver ricevuto atti, e Ferrigni, non si sa a quale titolo siano coinvolti nell'inchiesta.

Nell'inchiesta anche i vertici della Curia. Nell'inchiesta compare anche la fondazione "Abruzzo solidarietà e sviluppo", di cui Cavaliere e Traversi erano fino a poche settimane fa, rispettivamente, vice presidente e segretario generale. Traversi si è dimesso il 30 agosto scorso con una lettera, Cavaliere subito dopo. Tra i due i rapporti si era fatti tesi. All'inizio di agosto si erano già dimessi dalla carica di presidente l'arcivescovo dell'Aquila, monsignor Giuseppe Molinari, e, come vicario, il vescovo ausiliare dell'arcidiocesi del capoluogo, monsignor Giovanni D'Ercole.

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