lunedì 12 settembre 2011

Lauricella fermato mentre faceva la spesa

Maroni: "Assicurato alla giustizia un boss in ascesa". De Francisci: "Arresto difficile per colpa dell'omertà"



ROMA. "Grazie all'eccellente lavoro investigativo della Squadra Mobile di Palermo è stato assicurato alla giustizia un boss mafioso molto pericoloso e in forte ascesa". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, che si è congratulato con il capo della Polizia e direttore generale del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, prefetto Antonio Manganelli, per l'arresto di Antonino Lauricella, latitante dal 2005.

"E' stato un arresto difficile per la cortina di omertà che si ergeva attorno a Lauricella", ha detto invece il procuratore aggiunto di Palermo, Ignazio De Francisci. "La Squadra Mobile di Palermo, con la consueta professionalità e impegno, è riuscita in quest'operazione. Siamo molto soddisfatti perché Lauricella, pur non essendo un latitante di primo piano, gestiva gli affari mafiosi nel cuore di Palermo", ha aggiunto. Lauricella ha presentato ricorso in Cassazione per una condanna per estorsioni e gli inquirenti devono stabilire se ha diritto all'interrogatorio di garanzia che comunque si svolgerà non prima di domani.

Il latitante, al momento dell'arresto, non aveva telefonino cellulare e in tasca aveva 40 euro. E' stato fermato tra le bancarelle del mercato di Ballarò mentre stava andando a fare la spesa.

Il mafioso Antonino Lauricella é detto "scintillone" per la sua abitudine di vestirsi con abiti di marca. Quando è stato preso, però, Lauricella sembrava più un clochard che un uomo elegante. Indossava un paio di pinocchietti bianchi, calze a strisce una maglietta a maniche corte gialla e un foulard rosso al collo. La barba era bianca e incolta. Quando è sceso dall'auto della polizia nell'atrio della squadra mobile aveva anche una fascia rossa legata attorno alla fronte tipo 'Rambo' ed è sceso sorridendo, quasi compiaciuto, guardando la telecamera che lo riprendeva. Entrato e uscito dal carcere fin da piccolo, Lauricella venne descritto, nel 1989, dal pentito Francesco Marino Mannoia a Giovanni Falcone in questi termini: "C'é questo Scintilluni che non è uomo d'onore, è solo un ladruncolo, ma è cognato del killer Pietro Senapa, che gli affida compiti sempre più di importanza".

Palermo, arrestato u Scintilluni
La squadra mobile di Palermo ha fermato Antonio Lauricella, boss delle estorsioni, nella zona del mercato di Ballarò. Era ricercato dal 3 ottobre del 2005


PALERMO. Il latitante mafioso Antonino Lauricella, boss delle estorsioni a Palermo centro, è stato arrestato dalla squadra mobile di Palermo. Era ricercato dal 3 ottobre 2005. Lauricella, 57 anni, è stato arrestato nella zona del popolare mercato di Ballarò nel centro storico. Alcuni mesi fa sfuggì ad un altro blitz della polizia, le cui fasi erano seguite in diretta dai carabinieri che intercettavano un altro boss, Luigi Abbate, detto "Gino u mitra". Era proprio quest'ultimo a dare indicazioni per la cattura del latitante parlando al cellulare con un commissario di polizia.

All'atto della cattura, Lauricella, che portava al seguito un borsone contenente un asciugamano, un passamontagna, un coltellino e dei guanti in lattice, si è complimentato con i poliziotti.

Scarpe lucide e camicie firmate, ecco chi era Scintilluni

Il soprannome lo deve alla sua eleganza, esibita anche quando prendeva i soldi da costruttori e negozianti. Era cresciuto alla corte del boss Spadaro e del capomafia Alberti


PALERMO. Camicie Burberrys, pantaloni con la piega perfetta, scarpe lucide, sempre elegante anche quando prendeva i soldi che gli consegnavano costruttori, salumieri, pasticceri e negozianti. E' uno dei collettori delle tangenti del pizzo a Palermo, Antonino Lauricella, 57 anni, detto "U scintillone" perché riluceva di eleganza anche se lui ha sempre negato il soprannome attribuendosi quello di "Nino il bello", finito nella rete della polizia a Ballarò. Un boss definito "in ascesa" dagli inquirenti e uno degli ultimi due latitanti di Palermo ricercati - l'altro è Giovanni Motisi, scomparso dal 1998 che deve scontare l'ergastolo.

Cresciuto alla corte del boss Masino Spadaro e del capomafia Gerlando Alberti, Lauricella, è stato accusato di traffico di droga, omicidi, mafia, estorsioni. Ma per questi reati spesso è stato assolto. Il mafioso che aveva la sua base operativa nel quartiere arabo della Kalsa è stato condannato definitivamente l'ultima volta a sette anni e mezzo di carcere per estorsioni. Lauricella è inserito a pieno tiolo nel gotha di "Cosa Nostra" dopo gli arresti che hanno decimato i vecchi padrini anche per i rapporti di parentela che lo legano ad altri mafiosi come Pietro Senapa. E' alla fine degli anni '80 che comincia a far parlare di sè.

Nel settembre '92 la polizia sequestra 750 grammi di cocaina e mezzo kg di eroina in casa sua arrestando la moglie Rosa Brusca, la figlia Rosaria e il marito Massimo Russo. Lauricella viene poi colpito da ordine di carcerazione per omicidi nel '96 e un anno dopo viene arrestato a Busto Arsizio, in provincia di Varese. Nel maggio '98 anche il figlio Salvatore viene coinvolto in un'operazione antidroga. Lauricella entra ed esce dal carcere ma è libero quando scatta il blitz antimafia dopo la "cantata" del pentito Francesco Famoso, esattore del racket delle estorsioni. La polizia esegue cinque ordini di custodia ma l'unico che riesce a sfuggire al blitz è proprio lui che diventa ufficialmente latitante dal 3 ottobre 2005.

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