sabato 24 settembre 2011

Cosenza: omicidio Ruffolo, un manoscritto al vaglio degli inquirenti

Eseguita l’autopsia sul corpo di Giuseppe Ruffolo. Al vaglio un documento con cifre e sigle rinvenuto addosso alla vittima. La pista dell’usura la più accreditata


Inquirenti al lavoro per l'omicidio di Giuseppe Ruffolo, il 33enne ucciso giovedì nel tardo pomeriggio da due killer a bordo di uno scooterone su via degli Stadi, nei pressi del sottopassaggio. Addosso alla vittima sarebbe stato trovato un manoscritto con una serie di cifre e sigle. Il titolare dell'agenzia di trasporto che era stato coinvolto assieme al padre Francesco in inchieste sull’usura potrebbe essere stato ucciso per un regolamento di conti. I poliziotti intanto hanno setacciato la città. Posti di blocco, controlli ad auto e moto, perquisizioni domiciliari a carico di sospetti e poi verifiche ad ampio raggio. A partire da quanto rinvenuto addosso a Ruffolo. Oltre al manoscritto con cifre e sigle, gli investigatori addosso alla vittima hanno rinvenuto 2.300 euro in contanti ed alcuni assegni di importi differenti, per un totale di alcune migliaia di euro. Proprio seguendo la pista finanziaria sono stati avviati accertamenti su conti correnti bancari, sui movimenti di denaro effettuati da Giuseppe Ruffolo negli ultimi tempi e sulle sue ultime telefonate. Ma oltre al movente e all’ambiente in cui è maturato l’omicidio del 33enne cosentino, che nonostante alcune parentele, non sarebbe ritenuto interno alle cosche cittadine i poliziotti stanno cercando di ricostruire nel dettaglio le ultime ore di vita di Ruffolo.

Secondo la ricostruzione della Polizia Ruffolo, all’orario di chiusura sarebbe stato da solo all’interno dei locali dell’agenzia dove si sarebbe intrattenuto fino alle 19,10. Poi, salito sulla sua Alfa Romeo Giulietta, si è avviato verso il centro di Cosenza su via degli Stadi. E all’esterno dell’agenzia lo avrebbero atteso i killer. Al suo passaggio in auto lo avrebbero quindi seguito per alcuni metri e poi affiancato. Per far partire, alle 19,15, la raffica mortale calibro 7,65. Nessuna telecamera e nessun testimone hanno dato fino ad ora supporto alle indagini.

Intanto ieri, su disposizione del pm Giuseppe Francesco Cozzolino, è stata eseguita l’autopsia sul corpo di Giuseppe Ruffolo. Due le ferite mortali procurate dai colpi esplosigli contro da distanza ravvicinata: una all’addome e l’altra al petto. Sei i colpi sparati contro l’uomo, con una pistola calibro 7,65, solo quattro dei quali andati a segno, due in modo irreparabile. I killer, che avrebbero agito col volto coperto da caschi a bordo di uno scooterone 500 (ritrovato bruciato alle 21 in contra Bosco di Rovito) si sono subito dati alla fuga, mentre la stessa vittima cercava di scappare. Ventisei i metri che Ruffolo ha percorso ferito fino ad entrare in una vettura ferma a bordo strada e chiedere di essere portato in ospedale a un uomo appena uscito dal tabacchino. Poi il decesso al Pronto Soccorso. In merito alla moto usata dai killer, la Polizia ha scoperto che non c’è denuncia di furto. Il mezzo appartiene a un uomo di Cosenza, che ha raccontato di non essersi accorto del furto, perché da giorni non controllava lo scooter. Sono comunque in corso ulteriori accertamenti.

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