Un 63enne di Rogliano avrebbe inventato 33 posizioni pensionistiche di italo-argentini. Con lui avrebbe agito anche un complice. Per il dipendente Inps, chiesto il rinvio a giudizio per truffa e abuso di potere
Almeno 33 le pensioni false a fantomatici anziani di origine italo-argentina, e un ingiusto profitto, in danno all’Inps, di 1 milione e 600 mila euro. E’ quanto avrebbe messo in piedi un dipendente dell’Istituto nazionale della previdenza sociale di Cosenza, Carmelo Torchia, di 63 anni, di Rogliano, per il quale è stato chiesto il rinvio a giudizio per le ipotesi di reato di truffa, falso e abuso di potere. I fatti contestati a Torchia si riferiscono agli anni che vanno dal 2004 al 2008. In quattro anni il 63enne di Rogliano, in servizio all’Ufficio Pensioni in Convenzione internazionale, avrebbe messo in piedi un giro di documenti falsi per creare dal nulla pratiche pensionistiche e, dunque, mandati di pagamento a favore di italo-argentini residenti in diversi stati. Un vantaggio patrimoniale a favore di un presunto complice, S.P.D.L., che alla fine sarebbe arrivato a 1.600.000 euro; soldi che l’istituto di previdenza ha versato al termine di pratiche, sulla carta, inattacabili.
Secondo gli inquirenti, Torchia avrebbe liquidato trentatrè pensioni in regime di comunione italo-argentina a persone non identificate residenti alle estero. L’uomo avrebbe falsificato le domande di liquidazione a nome dei presunti pensionati emigrati e in più avrebbe, logicamente, omesso di sottoporre le istanze pensionistiche false alla firma del responsabile dell’unità.
Dalle indagini sarebbero emerse diverse deleghe per la riscossione delle pensioni, prive delle firme autentiche, a favore del presunto complice. L’uomo, una volta ricevuti i documenti con i quali era autorizzato a pagarsi le pensioni, si recava a riscuotere a Mottafollone. E’ ancora da fissare la data dell’udienza
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