venerdì 16 settembre 2011

Agguato a Piscopio, nel Vibonese agricoltore ucciso a colpi di fucile

Omicidio questa mattina a Piscopio, in una zona di campagna in contrada Contura- L'uomo ucciso a colpi di fucile caricato a pallettoni

E' stato ucciso a colpi di fucile questa mattina, un agricoltore, Michele Mario Fiorillo, di 64 anni. Il fatto è avvenuto intorno a mezzogiorno a Piscopio, nel Vibonese, in località «Contura». Sul posto sono arrivati i carabinieri del comando provinciale di Vibo Valentia che hanno avviato gli accertamenti. Secondo i primi rilievi l'uomo sarebbe stato ucciso mentre stava lavorando con un trattore. Fiorillo, che era sposato e con figli, stamani all’alba si è recato nel suo appezzamento di terreno nelle vicinanze del fiume Mesima, a non molta distanza dalla strada, per lavorare a bordo del suo trattore. Secondo la prima ricostruzione fatta dagli investigatori, l’uomo dopo essere sceso dal mezzo cingolato sarebbe stato avvicinato dall’assassino che gli ha sparato con un fucile caricato a pallettoni colpendolo alla testa e al torace per poi allontanarsi. La morte di Fiorillo è stata istantanea. La vittima era in possesso di una pistola clandestina che non ha usato o non ha avuto il tempo di usare. Il cadavere di Fiorillo è stato trovato da un automobilista di passaggio che ha informato i carabinieri. Le indagini sono coordinate dalla Procura di Vibo Valentia. La vittima era imparentata con la famiglia Fiorillo di Piscopio un esponente della quale, peraltro suo omonimo, venne arrestato nell’ambito dell’inchiesta Crimine condotta dalle Dda di Reggio Calabria e di Milano.


Agguato nelle campagne di Piscopio freddato con due colpi di fucile

Si pensa a un regolamento di conti per ragioni private. La vittima era armata, Michele Mario Fiorillo, 64 anni forse temeva per la sua vita
 
«Hanno ucciso una brava persona. Un grande lavoratore». Così la gente a Piscopio dopo l'omicidio di ieri mattina, quando Michele Mario Fiorillo, 64enne, agricoltore è stato freddato a colpi di fucile. Quattro i colpi sparati e due a segno, in faccia e al torace. L'omicidio è avvenuto in contrada “Cutura”, nel territorio di Francica, al confine con Piscopio, frazione di Vibo, dove la vittima risiedeva con la moglie e i suoi tre figli con rispettive famiglie e nipoti. L’omicidio, secondo gli inquirenti, è avvenuto tra le 13 e le 13.30 di ieri (ma è probabile che i fatti siano successi anche prima), in una zona isolata a lato della provinciale che taglia la vallata del Mesima.


A dare l’allarme un contadino di un campo vicino, che ha scoperto il corpo senza vita di Fiorillo. Sul luogo si sono precipitati i carabinieri, il pm di turno alla Procura, Santi Cutroneo, titolare dell’inchiesta, e il medico legale Katiuscia Bisogni.

In base ad una prima sommaria ricostruzione, Fiorillo era appena sceso dal trattore, con il quale aveva lavorato per l’intera mattinata, quando qualcuno che forse conosceva lo ha freddato a colpi di fucile. Un’esecuzione in piena regola. Il killer ha sparato per uccidere, quattro volte, mirando alla testa e al corpo, sfigurando la vittima. I carabinieri hanno rinvenuto il cadavere a breve distanza dal trattore, sulla terra coltivata, in una pozza di sangue.

A pochi centimetri dal corpo una pistola con matricola integra che, non risultando ai terminali istituzionali, potrebbe avere provenienza estera. Comunque, arma clandestina nella disponibilità della vittima che forse temeva per la sua vita. Fiorillo non aveva precedenti ma anzi, era conosciuto come persona tranquilla, senza alcun tipo di legame con la criminalità locale, tutto casa e lavoro. Era cugino diretto di Mons. Giuseppe Fiorillo, parroco del duomo di San Leoluca, sacerdote molto stimato, da sempre in prima linea, anche come coordinatore di “Libera”, nella lotta alla mafia e alla criminalità di qualunque tipo. Gli investigatori, al momento, non escludono alcuna pista. Privilegiano, però, l’ipotesi del regolamento di conti per ragioni private, anche se le modalità dell’esecuzione sono ‘ndranghetiste. Pare che da tempo l’agricoltore ricevesse danni notevoli alle colture provocati da pascoli abusivi nei suoi campi. Avrebbe di conseguenza denunciato queste angherie con tanto di nome e cognome dei responsabili.

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