domenica 18 settembre 2011

«Pagò i clan», indagato consigliere Pdl Puglia

TARANTO - Quindicimila euro per ottenere il sostegno del clan Scarci. La Direzione distrettuale antimafia di Lecce ipotizza il voto di scambio - con l’aggravante di aver agevolato l’attività di una associazione di stampo mafioso - per il consigliere regionale del Pdl Gianfranco Chiarelli, avvocato penalista di Martina Franca, primo degli eletti in provincia di Taranto nella consultazione di un anno fa con 13.335 preferenze. Chiarelli è indagato assieme al suo concittadino Ernesto Spezio - 54 anni, pluripregiudicato - al 59enne Franco Scarci, capoclan dell’omonima famiglia del quartiere Salinella e a Mario Babuscio, divenuto da quasi un anno, subito dopo il suo arresto nell’operazione antimafia denominata «Scarface», «dichiarante» in attesa di essere riconosciuto «collaboratore di giustizia».

Il sostituto procuratore Lino Giorgio Bruno ha chiesto al giudice per le indagini preliminari Antonia Martalò di ordinare un incidente probatorio per blindare le dichiarazioni di Babuscio. Nel nuovo fascicolo di inchiesta ci sono 12 indagati. Oltre a Chiarelli, Spezio e Scarci, ci sono anche il boss Peppe Florio, il giostraio Gerardo Mariotti, il noto avvocato e imprenditore Mimmo Greco (ex presidente del Taranto calcio), i costruttori Francesco e Anna Pignatelli, il boss del quartiere Tramontone Michele Cicala, il suo presunto complice Claudio Romano e due avvocati tarantini.

A indirizzare Babuscio su Chiarelli sarebbe stato l’ex consigliere regionale Ds ed ex vicesindaco di Taranto Gaetano Carrozzo, avvicinatosi al Centrodestra dopo la fine dell’esperienza accanto al sindaco Stefàno. «Mi incontrai all’interno del bar “Giardini Virgilio” con il Chiarelli e con Ernesto Spezio, persona che lo coadiuvava nello svolgimento della campagna elettorale, “il suo factotum”. Il Chiarelli - ha dichiarato a verbale Babuscio - mi chiese: “In che cosa mi puoi favorire tu?” Dissi che “gli facevo il rione Italia e la Salinella” e lo Spezio, di rimando: “Tu alla Salinella cosa conti? Come stai con Franco?” Lo Spezio faceva evidente riferimento a Franco Scarci e la domanda tendeva ad accertare se fossi effettivamente in condizione di assicurare un sostegno elettorale in quel quartiere. Presi contatti con Franco Scarci e fissai un incontro al quale parteciparono, insieme a me, l’avvocato Chiarelli, lo Spezio e Franco Scarci. Ricevetti dallo Spezio - per conto del Chiarelli - prima del giorno delle votazioni, la somma di 10mila euro in contanti. Parte di questa somma - 5mila euro - la consegnai a Franco Scarci per ricompensare la disponibilità che aveva manifestato. Dopo il risultato elettorale e la proclamazione degli eletti, lo Spezio mi corrispose, sempre in contanti, l’ulteriore somma di 5mila euro».

MIMMO MAZZA

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