I killer hanno sparato un colpo di grazia alla testa del boss per essere certi di averlo ucciso. Il dato è emerso dall'autopsia effettuata sul corpo del capomafia ucciso ieri a Palermo
PALERMO. I killer hanno sparato un colpo di grazia alla testa del boss Giuseppe Calascibetta per essere certi di averlo ammazzato. Il dato è emerso dall'ispezione cadaverica effettuata sul corpo del capomafia ucciso ieri a Palermo. La conferma si avrà domani quando sarà eseguita l'autopsia.
Secondo il medico legale, poi due colpi di pistola calibro 7,65 hanno raggiunto la vittima nella zona dell'orecchio sinistro. Un terzo proiettile gli ha perforato la parte superiore del cranio. Probabilmente è stato sparato dall'alto verso il basso quando ormai Calascibetta era accasciato sul sedile della minicar a bordo della quale stava facendo rientro nella sua abitazione a Belmonte Chiavelli. Gli investigatori della Squadra mobile di Palermo hanno eseguito alcune perquisizioni e ascoltato decine di persone. I parenti di Giuseppe Calascibetta e i residenti di via Bagnera, luogo dell'agguato, non avrebbero dato un contributo significativo alle indagini.
Il loro racconto inizia infatti dal ritrovamento del cadavere scoperto perché la minicar della vittima era rimasta in mezzo alla strada bloccando il passaggio. Un automobilista è sceso dal mezzo e ha visto che a bloccare la circolazione era l'auto su cui c'era il corpo senza vita di Calascibetta. Poi, ha avvertito il 118. Nessuno ha visto i killer fuggire né ha sentito il rumore dei colpi di pistola. Il finestrino lato guida, da dove sono entrati i proiettili, era abbassato. Non è escluso che la vittima possa averlo aperto per parlare con l'assassino che conosceva.
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