sabato 24 settembre 2011

Processo Contrada, sì alla revisione L'ex 007: sono frastornato

La decisione della Corte d'appello di Caltanissetta. L'ex numero tre del Sisde è stato condannato a 10 anni di reclusione per concorso esterno all'associazione mafiosa

CALTANISSETTA. La Corte d'appello di Caltanissetta ha ammesso la revisione del processo in cui Bruno Contrada è stato condannato a 10 anni di reclusione per concorso esterno all'associazione mafiosa. La sentenza era stata emessa il 5 aprile del 1996 dal Tribunale di Palermo, ed è diventata esecutiva, con provvedimento della Cassazione, il 10 maggio del 2007.

Il processo di revisione comincerà il prossimo 8 novembre davanti alla Corte d'appello di Caltanissetta. Due richieste analoghe, presentate dal difensore di Contrada, l'avvocato Giuseppe Lipera, erano state rigettate.

"Frastornato" da una notizia che "sembrava impossibile", ma "pessimista" per la storia della sua vicenda giudiziaria, anche se "la speranza è l'ultima a morire". Sono le valutazioni "a caldo" di Bruno Contrada dopo avere appreso della revisione che si terrà a Caltanissetta.

"Adesso sono un po' frastornato da questa notizia, perché mi sembrava impossibile - ha detto Contrada al suo legale, l'avvocato Giuseppe Lipera del foro di Catania che gli ha dato la notizia - sono sempre fermo al brocardo latino 'ad impossibilia nemo tenetur' (all'impossibile non si può fare alcunché, ndr) perché dopo tutto quello che ho passato negli ultimi venti anni ho tutti i motivi per essere pessimista. Ora - ha concluso Contrada - devo trovare il tempo e il tempo ormai per me stringe e la salute scarseggia. La speranza è l'ultima a morire; l'unica mia speranza è l'imprevisto".

Contrada, vicenda giudiziaria lunga 19 anni

CALTANISSETTA. Bruno Contrada, 79 anni, ex funzionario del Sisde che vedrà, dopo la decisione della Corte d'appello di Caltanissetta, celebrare la revisione del processo in cui è stato condannato a 10 anni per concorso alla mafia, era entrato in polizia nel 1958, è diventato investigatore di punta dell'antimafia, a più riprese è stato capo della squadra mobile di Palermo negli anni '70, poi dirigente della Criminalpol, capo di gabinetto dell'Alto commissariato antimafia e, infine, 'numero tre' del Sisde.


Dopo l'arresto, alla vigilia del Natale 1992, ha scontato 31 mesi e sette giorni di carcerazione preventiva. Era accusato da 'pentiti' di passare informazioni a Cosa nostra e di avere consentito la fuga di pericolosi latitanti, come il boss dei boss Totò Riina, ricevendo la 'copertura' di non identificati vertici istituzionali.

Uno dei primi ad accusarlo fu Gaspare Mutolo, del quale Contrada ricorderà di averlo più volte arrestato e sosterrà che la sua è una vendetta. Ma ci sono anche Tommaso Buscetta, Salvatore Cancemi e Giuseppe Marchese. Contrada è stato assolto nel primo processo d'appello, il 4 maggio 2001, dopo la condanna a dieci anni inflittagli in primo grado il 5 aprile 1996. Poi è la Cassazione, il 12 dicembre 2002, ad annullare il verdetto assolutorio e a disporre un nuovo processo. Arriverà quindi la condanna a 10 anni di reclusione, il 25 febbraio 2006, che nel maggio del 2007 la Cassazione rende definitiva. Ora il nuovo passaggio di una vicenda giudiziaria che dura da 19 anni.

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