Il cadavere nascosto in una buca
Misseri crolla davanti ai giudici dopo un interrogatorio durato ore
La madre scopre la notizia in tv
Agghiaccianti le rivelazioni fatte dallo zio agli investigatori: 'L'ho strangolata con una cordicella mentre era di spalle e ho abusato di lei dopo che era gia' morta'. Sempre secondo le dichiarazioni dell'uomo, la ragazza sarebbe stata strangolata nel garage di casa Misseri. Prima di occultare il cadavere gettandolo in un pozzo, Misseri l'ha denudato e ha successivamente bruciato i vestiti.
Una lunga notte di ricerche, una caccia nel buio per mettere fine, dopo due mesi, al giallo di Avetrana. Dopo un interrogatorio fiume, dalla Procura è arrivata la svolta: il cadavere di Sarah Scazzi, la ragazzina scomparsa il 26 agosto prima di andare al mare con la cugina, è sepolto in una buca nei boschi di Avetrana. A crollare, dopo una giornata sotto torchio, è stato lo zio Michele Misseri. Lo stesso uomo che trovò il cellulare della ragazza un mese dopo la scomparsa, un cellulare che non ha mai convinto gli inquirenti: il telefonino era parzialmente bruciacchiato e privo di batteria e di scheda Sim. Una coincidenza, forse, ma molto più probabilmente un tentativo di depistaggio da parte dello zio, che a tarda sera è crollato: «L'ho uccisa nel garage di casa, poi l'ho portata in campagna e ho sotterrato il corpo». Ora è in caserma; con lui la moglie Cosima Spagnolo.
La mamma di Sara, Concetta Serrano, ha appreso delle ricerche del corpo della figlia mentre era in collegamento in diretta con il programma di Rai 3 “Chi l’ha visto”. Quando le voci si sono fatte insistenti la conduttrice, Federica Sciarelli, ha chiesto alla donna se non preferisse allontanarsi dalla casa. Concetta ha risposto: «È meglio», e accompagnata da uno dei suoi avvocati ha lasciato l’abitazione.
Oltre a zio Michele, i militari hanno ascoltato ieri per ore anche le dichiarazioni di sua moglie e della figlia maggiore Valentina, sorella di Sabrina, la cugina che la quindicenne di Avetrana doveva incontrare per andare al mare il 26 agosto scorso e nella casa della quale non è mai arrivata. I tre componenti della famiglia Misseri erano stati convocati in caserma quali persone informate sui fatti. Ad ascoltare i loro racconti il procuratore di Taranto, Franco Sebastio, e i pm titolari dell’inchiesta, il procuratore aggiunto, Pietro Argentino, e il sostituto procuratore Mariano Buccoliero.
Il giallo del cellulare
La fine di Sara è racchiusa in dodici minuti, dodici minuti di buio del 26 agosto. Della quindicenne si hanno notizie certe fino alle 14.30, quando Sara esce da casa per raggiungere l’abitazione della cugina, Sabrina Misseri, di 22 anni, che l’aspetta per andare al mare. Le tracce si perdono definitivamente alle 14.42, quando il cellulare di Sara viene spento e non sarà mai più riacceso. La mamma della giovane ha sempre pensato e detto che Sara era stata rapita. La quindicenne è stata cercata in questi giorni anche anche nelle cave, nei casolari, nei canali e nei pozzi. Poi, nella notte, la svolta: un interrogatorio che sembra non finire mai, le gazzelle dei carabinieri che partono verso il bosco, e la ricerca affannosa di un corpo che può mettere il punto ad una storia nerissima.
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