NAPOLI (17 ottobre) - La sua presenza non poteva passare inosservata: lì, seduto al suo (ex) posto, dietro alla scrivania di sempre. E il suo contributo - fatto di annotazioni, ricordi, segnalazioni - rischia di diventare esplosivo in un’inchiesta che ha già macinato conferme concrete e numeri da capogiro.
La storia - facile a dirsi - è quella dei falsi invalidi di Chiaia e l’ultimo capitolo porta la firma di Angelo Sacco: la sagoma dell’ex dirigente della Municipalità di Chiaia (agli arresti domiciliari dopo aver intrapreso una collaborazione con la giustizia definita «reale» dagli inquirenti) non poteva passare inosservata. Né il suo contributo poteva risultare privo di significato. Fatto sta che da quasi un mese, c’è un gran movimento negli uffici di piazza Santa Caterina, nella sede amministrativa della circoscrizione di Chiaia.
Appena il tempo di chiudere l’ufficio al pubblico, che in alcuni giorni si è materializzato nella sede della prima municipalità un gruppetto di specialisti nella caccia alle pratiche false. Quelle non ancora identificate, quelle - probabilmente tantissime - destinate a finire in un’inchiesta dai numeri vorticosi. Chi sono i cacciatori di testa che prendono servizio quando gli uffici chiudono al pubblico? In prima fila c’è l’ex dirigente Sacco, poi il suo avvocato - il penalista napoletano Gennaro Lepre -, ma anche carabinieri agli ordini del luogotenente Tommaso Fiorentino e del capitano Federico Scarabello, che hanno avuto il merito di scoperchiare un pentolone ancora carico di sorprese; senza contare ancora la presenza di alcuni funzionari della Municipalità, quelli chiamati oggi ad accudire dall’interno alle esigenze di polizia giudiziaria.
Vicenda ancora aperta, che macina numeri da capogiro. C’è un dato choc che va dato subito: sono mille le pratiche di invalidità false scoperte a Chiaia. Mille su quattromila assegnate in un solo anno, una sorta di esercito che svela il volume d’affari che si aggira attorno a falsi attestati medici e a vitalizi veri versati dall’Inps. Mille pratiche false, stando a un’inchiesta ancora in corso, che vede impegnati i pm Giuseppe Noviello e Giancarlo Novelli, entrambi in forza al pool mani pulite del procuratore aggiunto Francesco Greco.
Mille falsi invalidi, arrotondando per difetto, in una vicenda che ha ottenuto riscontri giudiziari in tutte le sedi: 129 sono le persone finora arrestate, tra registi e beneficiari di una truffa da dieci milioni di euro. Finti ciechi, finti pazzi, ma anche le «menti» dell’affare, come l’ex consigliere municipale Salvatore Alajo, sua moglie Alexandra Danaro, l’ex dirigente Sacco e il suo vice, quel Fernando Medici che, in cella da un mese, insiste sulla propria innocenza. La chiave di volta, comunque, è tutta nel lavoro svolto in ufficio: accessi «protetti» a Chiaia da parte di Sacco, la collaborazione si dimostra decisiva.
È lui a riconoscere le pratiche fasulle, è lui che si orienta nel mare delle finte pratiche di invalidità civile. Le riconosce, le individua, le indica. Poi, il resto tocca agli inquirenti: che immagazzinano nomi, che accendono i riflettori su pratiche formalmente impeccabili, degne da questo momento in poi di finire spediti in un fascicolo giudiziario. Tantissimi i casi finora individuati, segno di un’inchiesta che sta ampliando la propria gittata: non solo gente del vicolo, funzionari ritenuti corrotti, ma anche medici, periti legali, funzionari di altri palazzi cittadini.
E camorristi, sempre per ricordare le accuse rese lo scorso agosto dallo stesso Angelo Sacco, nel corso di un interrogatorio dinanzi ai giudici del Tribunale di Napoli. Contributo ad alto impatto, quello dell’ex primo dirigente che torna a sedersi negli uffici di Santa Caterina e che offre numeri impensabili dieci mesi fa, quando vennero arrestati i finti ciechi di Pizzofalcone. È lui a indicare, a distinguere il vero dal falso, a mettere in fila un esercito di «finti-qualcosa» finora vissuti all’ombra delle indagini.
Accertamenti serrati, in una vicenda che tiene tante persone in apnea, anche a giudicare dai tentativi (inutili) compiuti da alcuni invalidi di rinunciare ai benefits finora intascati di fronte a strani miglioramenti delle proprie condizioni di salute. Guarigioni miracolose che non rischiano di commuovere i carabinieri di Posillipo.
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