L'accusa è di concorso in omicidio
Il provvedimento sarebbe scattato dopo le dichiarazioni del padre e reo confesso, Michele Misseri
"Ha aiutato il padre a uccidere la ragazza e nascondere il corpo".
I pm: anche sequestro di persona
AVETRANA
Sabrina Misseri è in stato di fermo con l’accusa di concorso in omicidio e sequestro di persona. «Il fermo - recita il comunicato della Procura - è stato adottato a conclusione di un’intensa giornata di riscontri investigativi condotti in Avetrana alla presenza di Michele Misseri», padre della ragazza.
La cugina di Sarah Scazzi ha lasciato nella notte la caserma della Compagnia dei carabinieri di Manduria. La vettura è uscita da un ingresso secondario, scortata da due auto dei militari, mentre molte i giornalisti e le telecamere delle tv erano impegnate nelle dirette con le redazioni, proprio davanti all’ingresso principale della caserma. Sabrina trascorrerà la nottata in un carcere, probabilmente nella sezione femminile di quello di Taranto.
«Il fermo di Sabrina è conseguente alle dichiarazioni fatte oggi da Michele Misseri», ha spiegato il difensore dell’uomo, l'avvocato Daniele Galoppa. La svolta nelle indagini sarebbe avvenuta al termine dell’interrogatorio del genitore, svolto nel primo pomeriggio nella stessa caserma, che avrebbe fornito nuove versioni e ricostruzioni dell’omicidio, e che non avrebbe avuto un confronto con la figlia, ascoltata successivamente dagli inquirenti, prima come persona informata sui fatti e poi con l’ipotesi accusatoria di occultamento di cadavere.
La cugina di Sarah avrebbe avuto quindi un ruolo nell’omicidio della quindicenne, e in seguito avrebbe concorso con il padre Michele, reo confesso per il delitto, nell’occultamento del cadavere della ragazza. La prima notizia di un coinvolgimento di Sabrina è trapelata nel tardo pomeriggio mentre la ragazza veniva ascoltata dal procuratore di Taranto, Franco Sebastio, e dai pm inquirenti Pietro Argentino e Mariano Buccoliero. Sei ore di interrogatorio durante le quali la cugina di Sarah avrebbe fornito la sua ricostruzione dei fatti su quanto accaduto tra le 14:30 e le 14:42 del 26 agosto scorso, giorno in cui la ragazza è stata uccisa dallo zio Michele nella rimessa di casa Misseri.
La svolta del fermo per l'accusa di concorso in omicidio è arrivata nella tarda serata di una giornata che si era aperta con i carabinieri del Reparto operativo di Taranto e del Ris che hanno eseguito un esperimento giudiziale, accompagnati da Misseri, nel garage nel quale la quindicenne è stata strangolata. L’esperimento è continuato poi nel casolare in cui lo zio ha abusato sessualmente del cadavere di Sarah, fino al pozzo in cui il corpo della piccola è stato nascosto da Michele Misseri per 42 giorni: dalla scomparsa della ragazzina, il 26 agosto, alla sera della confessione dell’uomo, il 6 ottobre scorso. Durante i sopralluoghi, lo zio-assassino avrebbe spiegato nei minimi particolari come avrebbe strangolato Sarah, dove è caduto a terra il corpo della ragazza, dove è caduto il suo cellulare, che nell’urto al terreno si sarebbe aperto perdendo la batteria.
Anche nel casolare Misseri ha indicato ai carabinieri il posto in cui ha abusato della nipote già morta e quello nel quale ha bruciato i suoi vestiti e i suoi effetti personali: le poche cose che Sarah aveva con sè per andare al mare, lo zainetto con un asciugamani, sandali infradito, pantaloncini e maglietta; quasi certamente un "due pezzi" da bagno invece degli indumenti intimi. Il sopralluogo, come spesso accade in questi casi, sarebbe stato filmato dai carabinieri del Ris. Gli investigatori avrebbero anche cronometrato il tempo impiegato da Misseri per strangolare con una fune Sara, per caricare il cadavere nella sua Seat Marbella, e per compiere tutti gli spostamenti con l’autovettura: dalla casa al casolare e da qui al pozzo cisterna dove ha gettato il cadavere della piccola, coprendolo poi con pietre e rami.
Concluso l’accertamento giudiziale, l’uomo è stato portato nella caserma di Manduria dei carabinieri, dove, dopo aver lasciato la sua casa con la testa coperta dal cappuccio di una felpa, era stata già condotta dai militari la figlia Sabrina. Lì Misseri è stato sentito ancora una volta e poi, poco dopo le 16, è stato condotto via a bordo di un mezzo della polizia penitenziaria. Gli investigatori hanno quindi cominciato ad ascoltare Sabrina per la prima volta come indagata. Un interrogatorio durato circa sei ore durante il quale la ventiduenne è stata ascoltata con l’assistenza del suo legale di fiducia, Vito Russo. Poi l'annuncio: Sabrina è in stato di fermo e per lei l'accusa si aggrava in concorso in omicidio e sequestro di persona. Al momento solo ipotesi su ciò che ha portato alla svolta: si parla dell’intercettazione ambientale di una conversazione di Sabrina e di analisi tecniche i cui risultati si sono avuti nelle ultime ore. Altro per ora non viene detto. La famiglia è sotto choc. «Sabrina è innocente», è il testo dell’sms che la sorella Valentina ha inviato ai giornalisti dopo che è stata diffusa la notizia del fermo.
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