Il fermo scaturisce dalle dichiarazioni d’accusa fatte nei confronti di Lo Giudice da quattro pentiti di 'ndrangheta
08/10/2010 La Squadra mobile ha fermato ieri a Reggio Calabria, Antonino Lo Giudice, di 51 anni (in foto), accusato di essere il capo dell’omonima cosca della 'ndrangheta. Il provvedimento di fermo è stato emesso dal procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria, Michele Prestipino, e dai sostituti Giuseppe Lombardo, Marco Colamonici e Betatrice Ronchi. Il fermo scaturisce dalle dichiarazioni d’accusa fatte nei confronti di Lo Giudice da quattro pentiti di 'ndrangheta, Consolato Villani, Roberto Moio, Maurizio Lo Giudice e Paolo Iannò.
Consolato Villani è un affiliato alla stessa cosca Lo Giudice. Roberto Moio, invece, è un elemento di spicco della cosca Tegano e nipote del capo del gruppo criminale, Giovanni Tegano, arrestato dalla stessa Squadra mobile di Reggio Calabria nello scorso mese di aprile. Le dichiarazioni dei quattro pentiti a carico di Antonino Lo Giudice hanno trovato riscontro nelle attività d’indagine della Squadra mobile di Reggio Calabria. Lo Giudice è stato arrestato con l’accusa di associazione per delinquere di tipo mafioso.
I magistrati della Dda reggina, in particolare, gli attribuiscono un ruolo di direzione dell’associazione «con compiti di decisione, pianificazione e di individuazione – è detto nel provvedimento di fermo – delle azioni delittuose da compiere (estorsioni, usura, omicidi, sequestri di persona), degli obiettivi da perseguire e delle vittime da colpire, impartendo direttive agli associati». È stato deciso di procedere al fermo di Lo Giudice in considerazione del pericolo di fuga.
«Registriamo come un fatto positivo la decisione di due appartenenti alle cosche di 'ndrangheta di collaborare con l’autorità giudiziaria». Lo ha detto il Procuratore della Repubblica di Reggio, Giuseppe Pignatone, facendo riferimento all’arresto di Antonino Lo Giudice. Il riferimento di Pignatone, in particolare, è alla recente decisione di collaborare con i magistrati della Dda di reggio Calabria presa da Consolato Villani e Roberto Moio, esponenti, rispettivamente, della stessa cosca Lo Giudice e della cosca Tegano.
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