Nel covo di Gerlandino Messina anche un biglietto per il capomafia trapanese, in cui si cercano accordi per la spartizione territoriale del pizzo
PALERMO. Tra i documenti trovati a Favara (Ag) nel covo del boss Gerlandino Messina, arrestato sabato dai carabinieri, è stato trovato un biglietto, probabilmente la brutta copia di quello poi spedito, indirizzato al capomafia trapanese latitante Matteo Messina Denaro.
Nella lettera, in cui c'é esplicitamente il nome del padrino ricercato, Messina cerca accordi per la spartizione territoriale delle "messe a posto", suggerendo una sorta di suddivisione per aree della gestione del pizzo alle imprese.
Il biglietto, ritrovato dagli investigatori, oltre a documentare i recenti rapporti tra i due capimafia, dimostra che Gerlandino Messina, contrariamente alla linea dettata dal suo predecessore alla guida delle cosche agrigentine, Giuseppe Falzone, grande nemico di Messina Denaro, cercava accordi con il padrino di Castelvetrano.
Sabato, addosso al boss agrigentino erano stati trovati anche quattro pizzini, scritti a macchina, con un elenco di imprese che si erano aggiudicate grossi appalti pubblici e alle quali, secondo gli inquirenti, Messina aveva intenzione di chiedere il pizzo. Nel covo di Favara sarebbero stati trovati molti documenti che gli investigatori ritengono importanti.
Durante una partita diede un pugno all’arbitro e venne squalificato per 5 anni. Il ricordo dell’ex presidente della società
AGRIGENTO. Calogero Bellavia, il presunto vivandiere di Gerlandino Messina, arrestato sabato sera dai carabinieri e chiave di volta delle indagini che hanno portato al covo del superlatitante, giocava, fino a tre anni fa, nel Favara calcio che, allora, militava in Eccellenza. "Era - ricorda l'ex presidente Giuseppe Cusumano - un centrocampista con capacità di spingersi in attacco. Non era un titolare, ma alcune partite le aveva sapute giocare dando il meglio di se".
Durante un incontro di calcio, nella stagione 2007-2008, in cui il giovane era in campo, per un brutto fallo venne espulso. Sempre durante lo stesso incontro, ci furono altri brutti falli, fatti dai suoi compagni di gioco, che crearono momenti di tensione. Durante un principio di rissa fra i giocatori, Bellavia assestò un pugno in pieno volto all'arbitro e venne squalificato per cinque anni. "Conoscevo il ragazzo - ha detto l'ex presidente del Favara calcio - ma mai avrei potuto immaginare una cosa del genere. Era uno che amava lo sport e anche se non era titolare era disposto a sacrificarsi per il bene della squadra".
Nessun commento:
Posta un commento