PALERMO - Alcune "persone facenti parte dell'ambiente politico", così vengono descritte dai pubblici ministeri, avrebbero partecipato ad un pranzo con esponenti del clan mafioso Galatolo dell'Acquasanta. È uno dei particolari che emergono dall'inchiesta della Procura di Palermo a carico del deputato regionale Franco Mineo, indagato dalla Dda di Palermo per intestazione fittizia di beni.
Secondo l'accusa sarebbe un prestanome di Angelo Galatolo, esponente della famiglia mafiosa dell'Arenella, con il quale avrebbe diviso gli affitti di tre immobili sequestrati dalla Dia. È lo stesso Mineo, in un'intercettazione agli atti dell'inchiesta, a riferirlo a Settimo Trapani, presidente di un'associazione culturale con sede all'Arenella.
La conversazione viene captata dalle microspie, all'interno dell'agenzia di assicurazioni di Mineo, il 13 novembre del 2006. "Tu invece devi vedere di parlare con quattro fanghi - diceva Mineo - io ho appena finito di parlare con Galioto... gli ho detto qualche speranza per l'assessore... nella presidenza... ma non lo dobbiamo dire che sono andati a casa dei Galatolo a mangiare... a stringersi la mano".
Trapani replicava sorpreso: "Ma che sono locchi", considerando un'imprudenza la "mangiata" a casa dei Galatolo.
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