venerdì 15 ottobre 2010

Il pugno duro del Pm

Nel processo scaturito dall'operazione anti usura «Sciacallo» del 2007 l'accusa ha chiesto pene

per complessivi 80 anni di reclusione per gli imputati. La sentenza è prevista per il 27 ottobre

Il pubblico ministero Luca Sciarretta, al termine della sua requisitoria pronunciata


nel processo che si sta celebrando con il rito ordinario davanti al collegio giudicante presieduto dal giudice Francesco Messina, a latere Lupo e Pinto presso il tribunale di Agrigento dopo aver ripercorso la vicenda ha chiesto complessivamente 80 anni di carcere nei confronti degli imputati nel processo «Sciacallo».

Gli imputati sono accusati a vario titolo di aver praticato tassi di interessi usurai su prestiti concessi a commercianti ed agricoltori di Licata del luogo in difficoltà economiche. Queste nel dettaglio le richieste di pena: La pubblica accusa per Antonino Greco di 40 anni, ha chiesto una condanna a 21 anni di reclusione. Diciotto anni di carcere per il 33enne Giuseppe Marotta; 10 anni ognuno per Angelo Greco di 60 anni e Bernardo Dainotto di 56 anni.

13 anni, per Salvatore Alabiso di 52 anni, 4 anni ciascuno per Domenico Greco e Franco Di Falco, quest'ultimo di Palma di Montechiaro, 3 anni di carcere per Angelo Greco di 33 anni. L'assoluzione è stata chiesta invece per Salvatore Termini, Calogero Antona e Giacinto Cappello. Alcuni degli imputati come si ricorderà in un recente passato avevano patteggiato la pena, altri invece optarono per il rito abbreviato. L'udienza subito dopo la conclusione della lunga arringa pronunciata dal Pm Luca Sciarretta è stata aggiornata lunedì e mercoledì prossimi quando si susseguiranno le arringhe della schiera di legali.

La sentenza è prevista per il 27 ottobre. La vasta operazione denominata «Sciacallo» condotta dai carabinieri del nucleo operativo e radiomobile locale comando compagnia diretti dal capitano Massimo Amato e dal luogotenente Salvatore Manuello scattò all'alba del 20 novembre del 2007. Un'operazione che vide finire in manette 15 persone alcune delle quali residenti nel vicino comune della città del Gattopardo.

Secondo l'accusa gli imputati avrebbero approfittato dello stato di bisogno di imprenditori, commercianti, artigiani e semplici cittadini per prestare denaro ad usura. Tassi di interesse anche al 30 per cento mensile, quindi 360 per cento all'anno. Un giro d'affari per centinaia di migliaia di euro. Se non si avesse pagato allora era pronta l'estorsione. E se non si avesse pagato ancora sarebbe arrivato il danneggiamento, l'attentato, il fuoco.

Antonio Cacciatore

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