Nel corso della deposizione, l'ex affiliato a una cosca messinese ha affermato che nel caso di appalto di grande entità "ci voleva un accordo tra i clan per avere la pace"
MESSINA. Il pentito Santo Gullo, ex affiliato alla cosca di Barcellona Pozzo di Gotto, ha ribadito che i clan della zona tirrenica del messinese avrebbero voluto gestire gli appalti per la realizzazione del Ponte sullo Stretto. Il collaboratore ha deposto ieri in videoconferenza in
corte di assise, nell'ambito del processo scaturito dall'operazione antimafia "Vivaio". Nel corso della deposizione, pubblicata oggi dalla Gazzetta del Sud, Gullo ha affermato che "se ci fosse stato un appalto di notevole entità ci voleva un accordo tra i clan per avere la pace. L'accordo era di prendere contatti con Palermo per avere un accordo completo con tutta la Sicilia per i nuovi appalti. Già miravano al Ponte di Messina".
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