venerdì 7 ottobre 2011

Bari, professionisti truffati per 20mln


BARI - Nelle rete ci sono finiti un po' tutti, dal notaio, al dentista, all'ingegnere, al commercialista, fino a «comuni» benestanti: tutti professionisti allettati dai facili guadagni in nome di un fondo «chiuso» svizzero che si è rivelata una colossale bufala o quanto meno una gigantesca... delusione. Il cosiddetto «Madoff» dei Parioli, all'anagrafe Gianfranco Lande, in cella da marzo scorso con l'accusa di associazione per delinquere, truffa e abusivismo finanziario (processo appena iniziato con 1700 parti civili), potrebbe avere un «gemello» a Bari. Il suo nome è iscritto in calce a un fascicolo aperto dalla procura di Bari e sul quale sono in corso da mesi accurati e complessi accertamenti da parte della Guardia di Finanza. Lui, un 45enne del sud est barese, ufficialmente ingegnere, e residente in un attico del quartiere Murattiano, avrebbe rastrellato qualcosa come oltre venti milioni di euro ad altrettanti professionisti promettendo facili guadagni da «investimenti sicuri». In queste settimane, gli investigatori delle Fiamme gialle stanno raccogliendo le testimonianze di alcuni dei «clienti» (o polli) eccellenti del Madoff in salsa barese, al fine di chiudere il cerchio attorno a un'indagine che rischia di coinvolgere anche un noto istituto bancario.

Il professionista avrebbe avvicinato una serie di potenziali vittime facendo leva sulle difficoltà di investimenti redditizi in considerazione dell'andamento dei mercati finanziari. E avrebbe quindi proposto facili guadagni, in quanto garantiti da un fondo cosiddetto «chiuso» patrocinato da una banca svizzera. I primi timidi versamenti – incassati dall'ingegnere barese e movimentati utilizzando il servizio di internet banking – sarebbero stati onorati con il riconoscimento di un interesse mensile pari all'1 per cento, il che significa un 12 per cento annuo pulito. Più del doppio di quanto offrono attualmente i titoli di stato. Tra i pesci grossi che hanno abboccato, vi sarebbe appunto un notaio del centro nord - con interessi e parentele a Bari - che avrebbe investito in tale operazione una cifra a nove zeri per la quale avrebbe in parte iscritto ipoteca sui beni del «mago della finanza».

Ma negli ultimi due anni, il giro di clienti si sarebbe allargato a tal punto da suscitare l'interesse di altri professionisti a caccia di un modo per investire il proprio denaro. Per creare una cortina di fumo intorno a sé, l'ingegnere della finanza avrebbe fatto sfoggio di auto di lusso (tutte rigorosamente prese a noleggio), alcune delle quali offerte anche ai propri clienti con tanto di autista servendosi di una concessionaria automobilistica del sud della Puglia. I problemi sono iniziati quando i soldi – ufficialmente investiti nel fondo svizzero ma di fatto probabilmente finiti da qualche altra parte – non hanno dato più i risultati sperati. E cioè chi si aspettava l'assegno mensile ha notato qualche ritardo nei versamenti fino a rendersi conto che stava svanendo un sogno: ormai era troppo tardi.

L'indagine, da quanto si è appreso, sarebbe partita dal Nucleo valutario della Guardia di finanza di Roma per alcune operazioni bancarie sospette: da qui la trasmissione degli atti ai militari delle Fiamme gialle di Bari per i relativi approfondimenti. Uno degli aspetti finiti sotto i riflettori è la facilità con cui sarebbero state condotte una serie di operazioni sui conto correnti – attraverso il sistema di Internet banking – senza che tuttavia venisse attivata una procedura di segnalazione. O meglio, se qualcuno si è mosso lo ha fatto con estremo ritardo sollevando il coperchio quando i buoi erano scappati dalla stalla. Con gli interrogatori delle vittime, l'inchiesta ha assunto ormai una veste quasi ufficiale tant'è che sarebbero stati notati «movimenti» in tal senso da parte dell’interessato e di qualche altra persona. Non è da escludere che in tale giro siano rimasti coinvolti anche soggetti non «colletti bianchi», un motivo in più per alzare il livello di guardia da parte degli investigatori della Finanza. Indubbiamente, altro capitolo da esplorare sarà quello della provenienza del denaro poichè, come spesso accade, la necessità di affidarsi a simili intermediari finanziari può derivare dall'esigenza di «reinvestire» soldi che potrebbero (il condizionale è d'obbligo) essere frutto di operazioni cosiddette «in nero».

Nicola Pepe

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