Il gip del tribunale di Palermo ha accolto la richiesta avanzata lo scorso 6 settembre dal procuratore Vittorio Teresi e dal sostituto Fernando Asaro della Dda, nei confronti di Salvatore Petrotto, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa
PALERMO. Il gip del tribunale di Palermo ha accolto la richiesta di archiviazione, avanzata lo scorso 6 settembre dal procuratore Vittorio Teresi e dal sostituto Fernando Asaro della Dda, nei confronti dell'ex sindaco di Racalmuto Salvatore Petrotto, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. L'inchiesta su Petrotto, che lo portò anche per "senso di correttezza istituzionale" a dimettersi dalla carica di sindaco, era scattata in seguito alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Maurizio e Beniamino ed Ignazio Gagliardo. Petrotto è stato difeso dagli avvocati Ignazio Valenza e Giovanni Castronovo.
"Ho pagato il prezzo che si paga dalle nostre parti. Ma riesco ancora ad assaporare il sapore dell'onestà. Ho avuto sempre fiducia nella magistratura e, al di là delle calunnie, la verità emerge sempre". Lo ha detto l'ex sindaco di Racalmuto, Salvatore Petrotto, commentando l'archiviazione dell'inchiesta per concorso esterno in associazione mafiosa nei suoi confronti. "Non mi sono mai pentito d'essermi dimesso - ha aggiunto - l'ho fatto per rispetto dei magistrati che stavano indagando sul mio conto e dei miei concittadini che mi hanno eletto tre volte sindaco". Circa su un suo eventuale ritorno in politica, visto che dopo l'avviso di garanzia aveva dichiarato di non volerne più sapere, Petrotto ha aggiunto: "C'é un'ispezione di una commissione prefettizia in corso. Spero che riesca a fare piazza pulita fra i calunniatori di professione e i burocrati in malafede, che sono comunque una ristretta minoranza. Fino a quando il livello politico e burocratico rimarrà quello attuale, non ho nessuna intenzione di rimettere piede al Comune di Racalmuto".
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