giovedì 6 ottobre 2011

Crollo di Barletta lacrime e rabbia: «Sindaco dimettiti»

9 indagati, anche il papà della ragazzina morta

BARLETTA – “Fuori, fuori, dimettetevi”. Lo urla una folla di persone che si è radunata sotto il municipio di Barletta occupando l’antistante Corso Vittorio Emanuele, subito dopo la fine dei funerali delle cinque vittime del crollo del 3 ottobre scorso. La folla espone uno striscione con su scritto “I vostri profitti non valgono cinque vite! Dimissioni”. E chiede di parlare con il sindaco, Nicola Maffei (Pd), che è chiuso nella sua stanza. I giornalisti sono in sala giunta in attesa di parlare con lui.


Una piccola contestazione, da parte di uno sparuto gruppo di cittadini, era stata fatta in precedenza anche al ministro per le pari opportunità, Mara Carfagna, e al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, mentre insieme, allal fine dei funerali, lasciavano piazza Moro per dirigersi verso le loro autovetture. Il gruppetto di contestatori ha gridato: 'Assassinì e 'Complimenti alle istituzionì.

Il cordone delle forze dell’ordine si è serrato attorno al ministro e al presidente che, senza problemi, sono saliti sulle vetture e si sono allontanati dal centro di Barletta.

E' lutto cittadino oggi a Barletta dove alle 15,30 in piazza Aldo Moro dove si svolgono i funerali delle cinque vittime del crollo della palazzina di via Roma, nel centro storico. Alla cerimonia funebre parteciperanno i segretari generali di Cgil Susanna Camusso, Cisl Raffaele Bonanni, Uil Luigi Angeletti, di Ugl Giovanni Centrella.

I funerali si tengono in piazza perchè è l’unico grande spazio della città: li celeba l’arcivescovo Giovanni Battista Pichierri, mentre prosegue il pellegrinaggio nella zona del crollo in attesa dell’arrivo delle salme dal Policlinico di Bari.

In piazza Aldo Moro a Barletta allestito il palco sul quale sarà celebrata la funzione religiosa. Davanti al palco un parterre con 360 posti a sedere al coperto, riservati ai famigliari delle vittime e ai rappresentanti istituzionali.
Intanto a pochi passi dalla piazza, sul luogo del crollo, continua il pellegrinaggio dei barlettani che si fermano dietro le transenne, lasciano biglietti, fiori e oggetti vari. Sul posto sono giunti il prefetto Carlo Sessa, alcuni sacerdoti, il sindaco della città Nicola Maffei e il coordinamento delle forze dell’ordine con i dirigenti dei commissariati di polizia di Barletta e Andria, il questore di Bari il comandante provinciale dei carabinieri e la Guardia di finanza.

CONDIZIONE MORTIFICANTE PER I LAVORATORI
«C'è una condizione mortificante delle persone e condizioni davvero di super sfruttamento». Lo ha detto il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, a Barletta dove nel pomeriggio parteciperà ai funerali delle cinque donne (quattro operaie tessili e una ragazza di 14 anni) morte lunedì scorso tra le macerie di un laboratorio di confezioni travolto da una palazzina. «Questa – ha sottolineato Bonanni – è la condizione disastrosa del Paese che litiga su tutto» e che «lascia le persone prive di tutela da spingere a lavorare perfino a quattro euro all’ora e in condizioni da mettere a rischio la propria vita».

BOCCIA: LO STATO INTERVENGA
«Le lavoratrici di Barletta sono morte per responsabilità dello Stato. E lo Stato siamo tutti noi. La magistraturà accerterà le responsabilità penali ma le responsabilità morali sono nostre». Il deputato Pd Francesco Boccia chiede, nel giorno dei funerali delle 5 donne morte nel crollo della palazzina, al governo di riconoscere alle vittime del crollo di Barletta lo status di vittime di causa di servizio come si fa con i militari deceduti per aiutare le famiglie. «Mentre i magistrati – sostiene il deputato pugliese - completano il loro lavoro, noi dobbiamo fare di tutto per aiutare le famiglie delle 5 donne scomparse. Le lavoratrici morte e la ragazza quattordicenne devono essere trattate come vittime in servizio sul modello dei risarcimenti che lo Stato garantisce ai militari. E questo fino a quando non metteremo in sicurezza il tessuto urbano delle nostre città».

 CAMUSSO (CGIL): BISOGNA FAR RIPARTIRE L'ECONOMIA LEGALE
«Bisogna avere un grande rispetto per le vittime e le loro famiglie. Poi dopo il dolore e l'attenzione alle famiglie bisogna riflettere seriamente su come si fa a far ripartire un’economia legale in questa città, nel Mezzogiorno e in tutto il Paese». Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, al sua arrivo a Barletta dove partecipa ai funerali delle vittime del crollo di via Roma. «E' evidente – ha spiegato – che da un lato i segni della crisi e dall’altro i segnali che sono stati dati rendono sempre più evidente che la sicurezza e il lavoro non sono una priorità che si affronta».

Circa il lavoro nero, la leader della Cgil ha sottolineato che «non bisogna rassegnarsi a questa idea perchè così non usciremo dalla crisi e renderemo sempre più complicata la vita del Paese invece di ripristinare regole e certezze, di investire sulla qualità. Non accettare l’idea che evasione e nero siano un modo di cavarsela».

 LE BARE SONO IN PIAZZA, AL VIA LA CERIMONIA
Sono ormai tutte in piazza Aldo Moro, nel centro cittadino, le bare delle cinque vittime del crollo della palazzina, avvenuto a poche centinaia di metri dal luogo del crollo della palazzina in cui hanno perso la vita. Le bare sono state accolte da applausi e disposte dinanzi al palco dove è stato sistemato l’altare. La cerimonia funebre comincia ora: è celebrata dall’arcivescovo di Trani, Barletta e Bisceglie, mons.Giovan Battista Pichierri. Tra le corone di fiori, anche una del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

 OPERAI FUORI DALLE FABBRICHE A RENDERE ONORE
Le auto che trasportano le salme delle cinque donne morte nel crollo della palazzina di via Roma sono appena arrivate Barletta, provenienti dal Policlinico di Bari dove le salme sono state sottoposte ad esami medico-legali. e hanno attraversato la zona industriale. Nella zona industriale di Barletta alcuni operai sono usciti dalle fabbriche per rendere omaggio a quelle donne, i conducenti di auto si sono fermati e sono usciti dalle vetture: in genere si tratta di lavoratori che stavano raggiungendo gli stabilimenti dopo la pausa pranzo o per il cambio turno. I cinque carri funebri sono seguiti da auto con a bordo i famigliari più stretti delle vittime.

 IL VESCOVO: CHIEDIAMO VERITA'
«Non ci sono parole umane efficaci di consolazione, ma solo di esigente, legittima richiesta di verità: di chi è la responsabilità del drammatico accaduto?». Lo ha detto mons.Giovan Battista Pichierri nella omelia ai funerali delle cinque vittime del crollo, in via Roma, a Barletta, avvenuto il 3 ottobre scorso.

Alla presenza di autorità civili e militari, fedeli e cittadini, presbiteri e diaconi, religiosi e religiose, L’arcivescovo di Trani, Barletta e Bisceglie ha ricordato i nomi delle vittime: Antonia Zaza, di 36 anni, Matilde Doronzo, di 33 anni, Giovanna Sardaro, di 30, Concetta Tina di 38 anni, Maria Cinquepalmi, di 14 anni. Di chi sono le responsabilità?

«A questa domanda – ha detto Pichierri – saprà dare risposta solo un’indagine seria della magistratura che già si è mossa in tal senso. Giustamente il Presidente della Repubblica, on.Giorgio Napolitano, ha scritto nel suo messaggio: «L'inaccettabile ripetersi di terribili sciagure, laddove si vive e si lavora, impone l’accertamento rigoroso delle cause e delle responsabilità». «Qui noi – ha poi aggiunto – siamo venuti per ascoltare la parola di Dio ed essere risollevati dalla bontà misericordiosa del nostro Dio, e ricevere il nutrimento di vita nuova, l'Eucaristia, pegno della risurrezione».

 «QUEI CROCIFISSI APPESI AL MURO...»
«Significativi quei due Crocifissi rimasti appesi su quel muro che si affaccia sulle rovine»: così l’arcivescovo di Trani-barletta-Bisceglie Giovanni Battista Pichierri nella sua omelia ai funerali delle cinque vittime del crollo della palazzina di via Roma, a Barletta, lunedì scorso.

«Quello che afferma l’Apostolo Paolo vale per tutti i credenti in Cristo: 'Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, la spada (e possiamo aggiungere il crollo della palazzina in Via Roma)? Ma in tutte queste cose – ha detto Pichierri – noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati».

«Noi crediamo che Gesù, presente nella vita terrena delle cinque nostre sorelle, in forza della sua incarnazione, morte e risurrezione, non le ha abbandonate, perchè‚ le ha amate da sempre facendo sua la loro morte – ha continuato l’arcivescovo - e donando loro la sua vittoria sulla morte con la risurrezione. Carissimi, questa parola di Dio, che ci conduce al 'sacrificio conviviale di Cristo', cioè all’Eucaristia, è la vera sorgente della vita che ci è stata donata e redenta dal Padre attraverso il Figlio nello Spirito Santo. Abbiamo bisogno di dissetarci alle sorgenti della grazia: la Parola, i Sacramenti, la Carità».

«QUESTE BARE DANNO TRISTEZZA E RABBIA»
«Le loro bare ci danno ancora tristezza, e, forse, anche rabbia. Solo la Parola di Dio ci ridona la fede, la speranza, la carità che devono sempre contrassegnare la vita del cristiano e di quanti sono aperti alla ricerca di Dio». L’arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie, lo ha sottolineato con forza nella sua omelia.

«Il testo della Sapienza – ha sottolineato – ci fa guardare oltre i sensi, facendoci comprendere il valore della vita umana secondo il disegno di Dio che ce l’ha donata: 'Vecchiaia veneranda è una vita senza macchià». «Le cinque donne che il Signore ha 'rapitò a s‚ erano tutte impegnate nel loro dovere quotidiano, anche la più piccola, Maria, che, uscita da scuola, andava ad incontrare i genitori sul posto di lavoro».

 «TUTTI NOI ABBIAMO SPERATO DI ESTRARLE VIVE»
«Abbiamo vissuto nella giornata di lunedì scorso, lunghissime ore drammatiche all’insegna della speranza di estrarre dalle macerie, 'vivè, le cinque vittime». Così l’arcivescovo Pichierri nella sua omelia. «Con sommo dolore – ha continuato – abbiamo costatato che ogni sforzo umano, nobilissimo e degno di ogni lode, non ci ha dato la gioia di vedere il volto vivo delle nostre sorelle. Si ravvivi la nostra speranza in una vita terrena più serena e tranquilla, grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio e la corrispondenza nostra alla Sua Divina Volontà, che ci chiede di seguire Gesù Cristo nostro Signore, Via-Verità-Vita, esercitando in modo responsabile i nostri doveri quotidiani». «La Madonna dello Sterpeto, che abbiamo visto nel quadro, appeso a quella parete, e che sembrava guardare le sue figlie sepolte sotto le macerie, – ha detto ancora – benedica la sua città di Barletta – che è stata proclamata 'Civitas Mariaè – e ci liberi da ogni pericolo, specie dal pericolo di perdere la fede in Dio».

IL TELEGRAMMA DI PAPA BENEDETTO
La «sentita partecipazione» al «dolore di tutta la città» di Benedetto XVI è espressa in un telegramma letto da mons.Giovan Battista Pichierri nell’omelia ai funerali delle cinque vittime del crollo della palazzina, in pieno centro, a Barletta. Il Papa rivolge alla famiglie la propria «affettuosa parola di solidarietà».

 LA CAMUSSO (CGIL): UNA DELLE PIU' GRAVI STRAGI SUL LAVORO
«Questa è una delle più grandi stragi sul lavoro del Paese, quelle donne stavano lavorando in un luogo non idoneo. Non è che ci solleviamo se si tratta di cinesi e per gli altri non vale». Lo ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, mentre si allontanava dal luogo dove erano appena terminati i funerali delle cinque vittime del crollo di via Roma a Barletta.

Camusso percorreva il tratto di strada da piazza Aldo Moro fino alla sua auto, a poca distanza, davanti al municipio, quando un cittadino l’ha seguita accusandola di avere confuso responsabilità e cause per quanto accaduto. «Ho la pensione sociale – ha detto Michele Guerra, rivolgendosi a Camusso – e mi sono sempre arrangiato nella vita: è facile parlare quando non si vive questa realtà». «Nessuno criminalizza quelle lavoratrici – ha riposto Susanna Camusso – ma le responsabiltà sono sia di chi non ha compiuto nel modo giusto i controlli che doveva a quel palazzo sia di chi ha deciso che lì si potesse lavorare».

UNO STRISCIONE: VOGLIAMO VERITA'
Applausi scroscianti delle migliaia di persone che assistono ai funerali sono partiti quando, alla fine della messa e mentre erano ancora in corso la benedizione delle salme e le manifestazioni di cordoglio ai parenti delle vittime, due striscioni sono stati esibiti da due palazzi in piazza Moro. Sul primo c'è scritto «Muore chi fa il suo dovere per colpa di chi non l’ha mai fatto», sul secondo «E ora vogliamo la verità».

 CENTRELLA (UGL): UNA GIORNATA DI LUTTO PER TUTTO IL SUD
«E' questo un gravissimo giorno di lutto per tutto il Mezzogiorno». Lo dice Giovanni Centrella, segretario generale dell’Ugl, che oggi ha partecipato ai funerali delle vittime di Barletta. Per il dirigente sindacale, «sarebbe improprio limitare le cause di queste gravissime perdite alla mancanza di sicurezza sul lavoro, per quanto sia un tema importante contro il quale il sindacato si batte da sempre». «Da uomo del Sud – aggiunge – ritengo che quanto accaduto a Barletta sia l’emblema di ciò che al nostro territorio manca in termini culturali e civili, perchè certamente sono venute a mancare delle lavoratrici, sottopagate e in nero, ma anche una giovane ragazza. Insieme a loro chissà quante altre persone avrebbero potuto perdere la vita nel crollo di un palazzo fatiscente».

«Tutto ciò purtroppo – conclude Centrella – è il frutto di un’arretratezza e di una carenza di controlli, di prevenzione e di attenzione che in questa parte d’Italia dobbiamo assolutamente superare con uno scatto di orgoglio e di coraggio».

 LA GENTE IN PIAZZA GRIDA: FUORI DIMETTETEVI
«Fuori, fuori, dimettetevi». Lo urla una folla di persone che si è radunata sotto il municipio di Barletta occupando l’antistante Corso Vittorio Emanuele, subito dopo la fine dei funerali delle cinque vittime del crollo del 3 ottobre scorso. La folla espone uno striscione con su scritto «I vostri profitti non valgono cinque vite! Dimissioni». E chiede di parlare con il sindaco, Nicola Maffei (Pd), che è chiuso nella sua stanza. I giornalisti sono in sala giunta in attesa di parlare con lui.

Mostrando il pollice in su e battendo le mani anche molti famigliari delle vittime, in prima fila, si sono uniti all’ovazione. Al centro della piazza alcuni giovani hanno sollevato fogli sui quali è scritto «Dolore e indignazione».

Una piccola contestazione, da parte di uno sparuto gruppo di cittadini, era stata fatta in precedenza anche al ministro per le pari opportunità, Mara Carfagna, e al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, mentre insieme, allal fine dei funerali, lasciavano piazza Moro per dirigersi verso le loro autovetture. Il gruppetto di contestatori ha gridato: 'Assassinì e 'Complimenti alle istituzionì. Il cordone delle forze dell’ordine si è serrato attorno al ministro e al presidente che, senza problemi, sono saliti sulle vetture e si sono allontanati dal centro di Barletta.

 ANGELETTI (UIL): QUESTE MORTI TRA DOLORE E VERGOGNA
La Uil è al fianco delle famiglie delle vittime di Barletta, «ma al dolore e all’indignazione» aggiunge «un altro sentimento: quello della vergogna». Lo afferma il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, lamentando che «a Barletta, come in altre parti del Paese, i sindacalisti fanno finta di non vedere, troppo impegnati a discutere di articolo 8 e delle scelte di Marchionne. A conferma del fatto che, anche per molti di noi come per molti media, continuano ad esistere lavoratori di serie A e di serie B».

«Le regole contro il lavoro nero e sulla sicurezza sono, talvolta, evase o, spesso, non applicate compiutamente e occorrerebbe un maggiore dispiegamento di forse ispettive – prosegue il leader della uil -. Questi impegni dovrebbero essere inseriti tra le priorità del mondo del lavoro. «Domani – ricorda Angeletti – ricorre la Giornata Mondiale per il lavoro dignitoso istituita dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro e la Uil dedicherà questa ricorrenza alle donne decedute a Barletta. Tutta la nostra Organizzazione è al fianco delle famiglie delle vittime e confida nell’operato della magistratura per l’accertamento delle responsabilità. Nulla può lenire il dolore dei familiari delle vittime: n‚ le parole n‚ la presenza – continua -. Nei loro confronti cercheremo di esercitare una concreta solidarietà e ci impegneremo ad onorare la memoria di quelle donne con azioni efficaci. La Uil proseguirà nella sua attività di monitoraggio e di denuncia a supporto di tutti i soggetti che, nei luoghi di lavoro e sul territorio, operano per la prevenzione e la sicurezza e si batterà per l’effettiva applicazione della recente legislazione in materia. Perchè, è bene non dimenticarlo, lo Stato siamo tutti noi».

 ACLI: SERVIREBBE UNA CERTIFICAZIONE CONTRO IL LAVORO NERO
«Una certificazione europea di qualità dei prodotti connessa alla filiera di produzione». Potrebbe essere la strada per contrastare in maniera radicale il fenomeno del lavoro nero secondo le Acli, riunite in questi giorni a Londra per un seminario internazionale dedicato al tema del lavoro e dei diritti.

Nel giorno in cui si celebrano i funerali delle vittime del crollo della palazzina di Barletta, il presidente delle Acli Andrea Olivero respinge l’alibi della cisi per giustificare la presenza diffusa del lavoro nero. «La crisi economica non può mai essere una giustificazione per tollerare il lavoro nero, in Italia come in Europa. Perchè‚ se accettiamo che la crisi riduca le garanzie sociali fondamentali del nostro continente, noi perdiamo contestualmente anche il nostro maggiore fattore competitivo, quel contesto di regole e civiltà che sono alle spalle dei nostri migliori prodotti. Il lavoro nero non è il prodotto della crisi, ma molto spesso ne è la causa, in termini di mancato sviluppo e cattiva occupazione».

 CAMUSSO (CGIL): SIAMO TUTTI RESPONSABILI
«Se si pensa che sia normale lavorare a quattro euro l’ora! La responsabilità è collettiva; credo che tutti dobbiamo sentirci responsabili della tragedia avvenuta a Barletta». Lo ha detto Susanna Camusso, segretario generale Cgil dal palco dell’Assemblea dell’Anci in corso a Brindisi. Per Camusso la tragedia in Puglia si è verificata per l'assenza di controlli. «La cosa che mi colpisce di più è che cresce il senso di rassegnazione ed è lo stesso che riguarda i tagli ai Comuni, pensare che nulla possa cambiare. Sono convinta che invece si possa ricominciare pensando alle regole, dando la certezza della responsabilità, lottando contro l’evasione in tutte le sue forme».

 IL SINDACO: HO OPERATO NELLA LEGALITA'
E' durata un’oretta la manifestazione di protesta sotto al Municipio di Barletta con la richiesta di dimissioni del sindaco Pd Nicola Maffei. Poi, poco alla volta, anche perchè il sindaco non ha accolto la richiesta di un incontro, la folla di persone che si era radunata sotto il Palazzo di città si è diradata fino a scomparire. Sul ciglio della strada è rimasto solo lo striscione: «I vostri profitti non valgono cinque vite! Dimissioni». Il sindaco, nella sala giunta, ha incontrato i giornalisti. «E' facile criminalizzare e accusare qualcuno – ha detto Maffei - questi sono momenti di poca lucidità per tutti. Io, però, ho operato nel rispetto della legalità e assicuro piena collaborazione ai magistrati ma pretendo che siano celeri nell’accertamento della verità. Dal canto mio non farò sconti ad alcuno, le responsabilità vanno onorate».

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