Il procuratore nazionale antimafia a Livorno sulla potenza economica ilegale: "Si incomincia con piccoli prestiti, poi piano piano entra dentro l'impresa fino a espropriare i titolari"
LIVORNO. In un periodo di crisi economica la mafia può costituire un "pericolo per la sua liquidità, per la sua potenza di capitali assolutamente a costo zero perché provengono dal crimine, dall'illecito". A dirlo Pietro Grasso, procuratore nazionale antimafia, parlando con i giornalisti a margine di un dibattito a Livorno.
La potenza economica delle mafie, aggiunge Grasso, "comporta che possono arrivare in momenti di crisi di certe imprese, incominciare con piccoli prestiti, poi piano piano entrare dentro l'impresa fino a espropriare i titolari che restano i simulacri che servono dare la facciata della legalità mentre dietro ci sono interessi criminali. Questo e ' un grosso pericolo attuale''.
Secondo Grasso la crisi economica causa anche rischi maggiori in zone dove la criminalità organizzata è meno presente, come la Toscana e in particolare la provincia di Livorno, dove "c'e" il fenomeno dello spaccio di droga che oggi vediamo sempre di più apprezzato da ragazzi sempre più govani. Droga e alcol sono un cocktail dannosissimo per il futuro nostri giovani". Ma non solo: secondo il procuratore nazionale antimafia "questo elemento si estende a certe categorie proprio per la crisi economica sono afflitte da sensazioni di instabilità e insicurezza: precari, gente in mobilità, che rischia licenziamento o perdita lavoro. abbiamo notato c'é una maggiore adesione a pratiche di consumo di droga".
"Qui non c'entrano le mafie tradizionali - conclude Grasso - Il mercato é controllato da altre etnie (nordafricani o albanesi), persone che non sono integrate nel contesto sociale e non sono in regola con i permessi di soggiorno. Questi fenomeni sono conosciuti e si sta cercando di provvedere".
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