giovedì 27 ottobre 2011

Testimone di giustizia protesta davanti al Tribunale di Bari


BARI – Un testimone di giustizia, Francesco Di Palo, che una ventina di giorni fa ha chiesto di uscire dal programma di protezione perchè il Viminale non gli paga più neppure l’affitto della casa nella località protetta in cui vive, ha protestato stamani davanti al palazzo di giustizia di via Nazariantz, a Bari.


Con un megafono l’uomo ha criticato il procuratore di Bari, Antonio Laudati, «perchè – ha detto – non risponde alle decine di mail che gli ho mandato, e con le quali ho denunciato l'abbandono e lo stato di indigenza della mia famiglia». Ha chiesto di parlare «subito, qui» con il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, e ha giurato che «non entrerà mai in un’aula di giustizia per confermare quanto ha detto negli ultimi quattro anni ai pm di Bari e Catanzaro sul presunto intreccio tra mafia, politica e forze di polizia ad Altamura», nel barese. Dalle sue dichiarazioni – ha ricordato Di Palo - sono nate alcune inchieste sulla sanità pugliese che hanno poi portato i magistrati baresi a chiedere l’arresto del senatore Alberto Tedesco (ex Pd), ex assessore pugliese alla sanità.

«Oggi – ha detto Di Palo – voglio solo far sapere che fine fa chi si schiera dalla parte dello Stato: i miei tre figli non vanno a scuola perchè non ho soldi, e non ho neppure 200 euro per pagare loro le spese per il dentista». L’uomo ha anche spiegato di essere venuto a Bari, dalla località protetta, senza pagare il biglietto del treno.

Di Palo era il titolare della 'Venere srl' di Matera, società che produceva vasche idromassaggio e dichiarata fallita un anno prima che l’imprenditore decidesse di denunciare alla magistratura barese i soprusi subiti dalla mala altamurana. A causa delle ristrettezze economiche, i figli dell’ex imprenditore sono tornati ad Altamura, senza protezione, cosa che ha fatto anche lui da ieri. «A Pasqua – ha spiegato ai cronisti – ci hanno lasciato con tre euro, un maresciallo dei carabinieri ci ha dato 20 euro per farci fare la spesa: capite, non avevamo i soldi per mangiare!». L’imprenditore ha inoltre spiegato che tre-quattro mesi fa la proprietaria dell’appartamento affittato dal ministero dell’Interno lo ha pregato di andar via perchè il Viminale da un anno non pagava piu 'l'affitto.

«Ero disposto a tutto per la giustizia, ma sono stato buttato al vento come un pezzo di carta. Protesterò – ha concluso – finchè non arriva Mantovano, lui deve dire a questa procura che i testimoni di giustizia sono trattati come pezze per pulire le scarpe».

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