Campolo, arrestato nel gennaio del 2009 e accusato di avere imposto la collocazione dei propri videopoker a decine di titolari di locali pubblici, avrebbe manomesso la apparecchiature per evitare che gli incassi venissero trasmessi ai Monopoli di Stato.
All’imprenditore, nel luglio del 2010, furono sequestrati beni per un valore di 330 milioni di euro, tra cui 260 immobili a Reggio Calabria, Parigi, Roma, Milano e Taormina, ed una collezione d’arte composta anche da quadri di Dalì, Guttuso e De Chirico. L’accertamento che ha portato alla scoperta dell’evasione fiscale è stato condotto dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Reggio Calabria.
Nessun commento:
Posta un commento