martedì 11 ottobre 2011

Truffe su case fantasma Interrogato dalla Gdf l’ingegnere dello scandalo


BARI - La «sua» verità l’ha già raccontata agli inquirenti. Francesco Della Noce, 44 anni, ha da poco riferito alla Guardia di finanza la propria versione dei fatti. L’ingegnere sospettato di aver bidonato decine di persone con un investimento in un fondo svizzero o con la vendita fittizia di appartamenti nella centralissima via Calefati, è stato convocato dai finanzieri una decina di giorni fa, poco prima che la vicenda del «Madoff» di Bari, raccontata dalla «Gazzetta», divenisse di dominio pubblico. Quando si è seduto davanti agli uomini delle fiamme gialle, Della Noce non era ancora indagato. I finanzieri volevano cercare riscontri alle numerose denunce ricevute negli ultimi tempi.

Della Noce, originario di Cisternino e residente in un attico del quartiere murattiano, oggi indagato per truffa e falso, avrebbe tentato di ribaltare le accuse, anche se si tratta solo di una indiscrezione, sostenendo di essere stato vittima di un tentativo di estorsione da parte di uno o più clienti. Da giorni, a quanto pare, l’uomo è fuori Bari. Negli ultimi tempi, infatti, era diventato bersaglio di numerose persone inferocite per i risparmi andati in fumo e per la difficoltà di avere risposte certe. I militari del nucleo di polizia tributaria ieri mattina hanno fatto il punto sulle indagini con il pm Emanuele De Maria, titolare del fascicolo in cui sono stati acquisiti anche gli articoli pubblicati dai giornali. L’obiettivo degli investigatori è trovare l’esatto filo conduttore che leghi, oltre agli episodi già messi a fuoco, anche altri casi venuti a galla nelle ultime ore. Si parte dalle centinaia di operazioni eseguite a mezzo di bonifici bancari, e bisogna verificare in che modo sarebbe stato consumato il raggiro.

Della Noce avrebbe iniziato la «raccolta» tra parenti e amici prima di allargare il giro. Dietro ogni risparmiatore-raccoglitore di fondi ci potrebbero essere più persone. Per questo il numero di denunce (a quanto pare una decina) potrebbe essere solo indicativo. Molti «risparmiatori» potrebbero essere restii, dopo il clamore suscitato dalla vicenda, a raccontare i dettagli del presunto raggiro. Le denunce già depositate parlerebbero di un «buco» pari a molti milioni di euro. Ma diventa sempre più difficile, giorno dopo giorno, trovare qualcuno disposto a mettere nero su bianco: vuoi per vergogna, vuoi per non fare emergere la provenienza del denaro affidato a Della Noce. Anche perché l’uomo non è un promotore finanziario registrato, ed ufficialmente risulta intestatario di u n’azienda che si occupa di forniture per uffici: chi si è fidato delle sue promesse sapeva di non essersi rivolto a uno sportello bancario, e dunque potrebbe non essere andato troppo per il sottile.

L’ingegnere (corso di studi a Bari, laurea negli Stati Uniti), almeno questa è l’ipotesi sulla quale sono in corso comunque degli accertamenti, avrebbe rastrellato milioni di euro non solo da professionisti baresi, ma anche da piccoli risparmiatori allettati da interessi «sicuri»: dopo qualche tempo il meccanismo si sarebbe inceppato. Allo stesso tempo, qualcuno si sarebbe scottato con l’acquisto fittizio di appartamenti nell’ex palazzo Carime di via Calefati, i «giardini Murat». Nessuno sa con certezza a quanto ammonti il presunto «buco» lasciato dal professionista barese. Di certo, oltre a vip, oggi a versare lacrime ci sono anche persone normali. Ma l’indagine è appena iniziata (la delega alla Finanza è della scorsa estate). Al momento quella della procura sono solo ipotesi di lavoro.

GIOVANNI LONGO

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