lunedì 31 ottobre 2011

Arrestato Di Piazza, boss della famiglia agrigentina

L'uomo, 71 anni, è ritenuto a capo della cosca di Casteltermini. Il tutto si inquadra nell'operazione antimafia 'Kamarat' che il 18 maggio scorso portò in carcere altri quattro esponenti di spicco di Cosa nostra agrigentina



AGRIGENTINO. I carabinieri di Cammarata (Ag), in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip del tribunale di Palermo, Fernando Sestito, su richiesta dalla Dda, hanno arrestato Vincenzo Di Piazza, 71 anni, di Casteltermini (Ag). L'anziano è ritenuto a capo della famiglia mafiosa di Casteltermini. L'arresto di stamattina s'inquadra nell'operazione antimafia 'Kamarat' che il 18 maggio scorso portò in carcere altri quattro esponenti di spicco di Cosa nostra agrigentina, appartenenti al mandamento mafioso di Casteltermini e Cammarata.

Per l'arresto di Di Piazza sarebbero risultate decisive le dichiarazioni rese dal neo-collaboratore di giustizia, Maurizio Carrubba, già appartenente alla famiglia mafiosa di Campofranco (Cl). Le dichiarazioni rese da Carrubba avrebbero consentito al gip, che in occasione dell'operazione 'Kamarat' aveva rigettato un'analoga richiesta di custodia cautelare in carcere a carico di Di Piazza, di superare ogni dubbio sulla sussistenza di gravi indizi di colpevolezza circa "il perdurante e attivo inserimento dell'uomo nella famiglia mafiosa di Casteltermini, con funzione direttiva". Di Piazza era stato già arrestato nel 1995, con successiva condanna per associazione per delinquere di tipo mafioso e per avere favorito la latitanza dell'allora capo della provincia mafiosa di Agrigento, Salvatore Fragapane, che si sarebbe nascosto nella tenuta di Di Piazza.


I carabinieri della Compagnia di Cammarata coadiuvati dai militari della stazione di Casteltermini, hanno arrestato il presunto capo famiglia di Casteltermini, Vincenzo Di Piazza, 71 anni.


Il provvedimento di custodia cautelare in carcere, che costituisce una integrazione dell’operazione antimafia denominata “Kamarat”, è stata emesso dal Gip del Tribunale di Palermo Fernando Sestito, su richiesta del sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia, Giuseppe Fici.

Il castelterminese, in concorso ed unitamente ad altri soggetti (fra cui Brusca Giovanni, Bagarella Leoluca Biagio, Brusca Enzo Salvatore, Monticciolo Giuseppe, Chiodo Vincenzo, Di Caro Antonino, Costanza Antonio, Messina Gerlandino, Longo Salvatore, Falzone Alfonso, Putrone Luigi, Traina Michele, Buggea Giancarlo, Accascio Ignazio e Sardino Giuseppe), avrebbe fatto parte, con ruolo di capo, della famiglia mafiosa di Casteltermini; con l’aggravante di aver concorso ad una associazione armata, avendo i componenti della medesima la disponibilità di armi ed esplosivi per il conseguimento delle finalità dell’associazione miranti al controllo di attività economiche finanziate con il prodotto, profitto e prezzo di altri delitti.

Di Piazza è stato rinchiuso nel carcere di Agrigento. L’odierna operazione rappresenta un prosieguo dell’operazione denominata “Kamarat” che il 18 maggio del 2011, portò alla cattura di altri 4 soggetti di spicco nell’ambito dell’organizzazione mafiosa agrigentina, in esito ad approfondite investigazioni svolte dalla Compagnia dei carabinieri di Cammarata, finalizzate ad illuminare l’attuale composizione delle famiglie mafiose di Cosa Nostra operanti nel territorio dei Comuni di Cammarata, San Giovanni Gemini, Castronovo di Sicilia e Casteltermini. Particolare importanza, in tale prospettiva, hanno rivestito le dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia di significativo peso all’interno dell’organizzazione criminale e di comprovata attendibilità quali Alfonso Falzone, Luigi Putrone, Ciro Vara, Maurizio Di Gati, Antonino Giuffrè, Giuseppe Salvatore Vaccaro e Beniamino Di Gati, sulle quali si è di volta in volta appurata la veridicità attraverso i positivi riscontri da parte dei carabinieri. Da ultimo sono risultate decisive per l’arresto del Vincenzo Di Piazza, le dichiarazioni rese dal neo-collaboratore di giustizia Maurizio Carruba, già appartenente alla famiglia mafiosa di Campofranco.

Pesanti dichiarazioni, che hanno consentito al Gip, che già in precedenza aveva rigettato un’analoga richiesta di custodia cautelare in carcere a carico del Di Piazza, di superare ogni dubbio sulla sussistenza di gravi indizi di colpevolezza in ordine al perdurante ed attivo inserimento del predetto nella famiglia mafiosa di Casteltermini, con funzione direttiva. A carico di Vincenzo Di Piazza, grava già un precedente arresto avvenuto nel 1995, con successiva condanna per associazione per delinquere di tipo mafioso, per aver favorito la latitanza dell’allora capo della provincia mafiosa di Agrigento, Salvatore Fragapane, il quale avrebbe trascorso la sua latitanza in un casolare, messo a disposizione proprio dal castelterminese.

1 commento:

  1. gli amici organici in cosa nostra al comune di casteltermini per decenni sono stati l avvocato sebastiano infantino e l'assessore giuseppe faraone uomini d onore riservati nel 1983 costoro presso la tenuta di sebastiano infantino in un summit vi erano michele greco e pippo calo' boss palermitani a capo della cupola. quindi casteltermini non e' citta' babba.

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