La tesi del procuratore generale di Caltanissetta nelle 1.140 pagine della memoria consegnata alla Corte d'appello di Catania per chiedere la revisione dei due processi per l'attentato in cui morirono Paolo Borsellino e la sua scorta
CATANIA. Se il pentito Gaspare Spatuzza "dice la verità" sulla strage di Palermo in cui morirono il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta "siamo di fronte a un clamoroso errore investigativo prima e giudiziario poi, magari determinato dall'ansia di dare una risposta all'opinione pubblica, allarmata e disorientata dall'escalation stragista, ovvero il risultato di un vero e proprio depistaggio". Lo scrive il procuratore generale di Caltanissetta, Roberto Scarpinato, nelle 1.140 pagine della memoria consegnata alla Corte d'appello di Catania per chiedere la revisione dei due processi celebrati per l'attentato di via D'Amelio del 19 luglio del 1992.
Il magistrato, come pubblica il quotidiano La Stampa che riporta stralci del documento, a proposito di un eventuale depistaggio afferma che per "questa inquietante ipotesi, occorre cercare di capire se si fosse voluta coprire la responsabilità di soggetti esterni a Costa nostra" e per questo "astrattamente riconducibili" a "apparati deviati dei servizi segreti, o a organizzazioni terroristiche eversive".
Sulla posizione di tre funzionari di polizia del pool investigativo Falcone-Borsellino diretto da Arnaldo La Barbera, deceduto, il Pg di Caltanissetta non ha tratto conclusioni, perché, scrive nel documento non sono stati trovati "sufficienti elementi di riscontro alle accuse formulate nei loro confronti". La richiesta di revisione dei processi 'Borsellino' e 'Borsellino-bis' sulla strage di via D'Amelio, incardinata sulle dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza, è stata trasmessa due settimane fa alla Corte d'appello di Catania. Riguarda Salvatore Profeta, Cosimo Vernengo, Giuseppe Urso, Giuseppe La Mattina, Natale Gambino, Gaetano Scotto, Gaetano Murana (condannati all'ergastolo) e Vincenzo Scarantino, Salvatore Candura, Salvatore Tomaselli e Giuseppe Orofino (condannati a pene fino a 9 anni).
Per i condannati detenuti il Pg Scarpinato chiede la sospensione dell'esecuzione della pena; per Orofino, Tomaselli e Candura, che hanno già espiato la condanna, è stata chiesta solo la revisione.
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