venerdì 2 settembre 2011

'Ndrangheta, sequestro di beni ad un imprenditore redditi da povero, affari da milionario

Grazie a dei prestanome Fondacaro truffava la Regione attraverso aziende del ramo sanità. Condannato per associazione mafiosa, era nell’orbita del clan di Gioia Tauro. Un medico “a disposizione” della cosca Molé



Il vice procuratore Michele Prestipino lo ha definito un «colletto bianco»; Marcello Fondacaro, medico chirurgo e imprenditore 51enne, già noto all'autorità giudiziaria è ritenuto dagli inquirenti un elemento organico alla cosca Molé.


A Fondacaro, originario di Gioia Tauro, ma tempo domiciliato nel comune di Ardea, in provincia di Roma, gli uomini della Dia, hanno sequestrato ieri beni per un valore di circa trenta milioni di euro: il patrimonio aziendale e le quote sociali di cinque società con sede a Roma, Ardea (Roma) e Mazara del Vallo (Trapani), di cui tre operanti nel settore sanitario (gestione case di riposo e laboratori diagnostici): “Florida 78 srl” - “Faf srl” e “Analisi cliniche chimiche Fondacaro dr. Marcello di Giacalone Vito & C.snc” e due nel settore immobiliare ed edilizio : “Gruppo Cm srl” e “Capo Vaticano srl”; sono stati sequestrati anche circa 25.000 mq di terreno edificabile, di cui circa 22.000 mq a Ricadi, in provincia di Vibo Valentia, in una zona ad alto interesse turistico ed i restanti appezzamenti ad Ardea (Roma). Anche quattro appartamenti ed un box garage siti ad Ardea, Gioia Tauro e Mazara del Vallo, nonché un'autovettura adibita ad uso personale sono finiti nella “rete” della Dia. Fondacaro avrebbe anche costituito un complesso sistema di gestione di istituti e laboratori di analisi, case di cura e riposo ed imprese immobiliari teso ad eludere, anche con l'ausilio di prestanomi, indagini indirizzate all'applicazione di misure di prevenzione patrimoniali.

Redditi da impiegato e investimenti da capitano d’industria dunque per Fondacaro, le cui indagini nei suoi confronti sono partite proprio da questa constatazione.

Il sistema messo in piedi dal “medico della cosca Molè” del resto, era stato studiato ad arte proprio per eludere gli accertamenti della polizia tributaria e fino al 2009, in effetti, Fondacaro era anche riuscito a farla franca, visto che le misure cautelari già predisposte in passato nei confronti delle sue attività, erano state revocate dal gip del Tribunale di Palmi, su richiesta documentata del suo legale. Un medico al servizio della potente famiglia, dunque, pronto ad offrire le proprie prestazioni in caso di bisogno.

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