venerdì 9 settembre 2011

Al Comune arrivano gli 007 anti-fannulloni

Colpiranno gli abusi e scopriranno i reati

NAPOLI - Comune di Napoli, arrivano gli 007 del sindaco. La loro «licenza» non è drastica come quella di James Bond, ma la missione è altrettanto difficile: individuare dove si annidano i problemi dell’Amministrazione e stanarli, senza aver paura di fare nomi e cognomi e richiamare chi non fa il suo dovere alle proprie responsabilità, anche davanti alla legge.


La svolta di Palazzo San Giacomo porta la firma del primo cittadino Luigi de Magistris, è contenuta in un decreto sindacale della fine d’agosto e si chiama «auditing interno». Si tratta di una procedura ben nota alle aziende private e che l’Amministrazione della terza città d’Italia ha fatto propria, istituendo un gruppo di «segugi» con poteri speciali e funzioni di polizia giudiziaria, dipendenti che ben conoscono l’attività da passare al microscopio, incaricati di accertare fatti, analizzare procedure, segnalare problemi ma anche valorizzare le eccellenze e soprattutto snidare i fannulloni, che saranno poi sanzionati così come prevede la legge, anche con esposti all’autorità giudiziaria e alla Corte dei conti.

È quest’ultimo punto che rappresenta una rottura netta rispetto al passato: finora al Comune di Napoli non era mai stata presa una decisione così forte nel perseguire le vicende interne. Volendolo paragonare ad una struttura più nota al grande pubblico, questo gruppo assomiglierà ai temuti «internal affairs» della polizia statunitense.

Parallelismi cinematografici a parte, parlano i fatti: il decreto sindacale, il numero 410 del 30 agosto scorso, detta linee chiare sui principi di funzionamento dell’audit interno, costola del Servizio relazioni istituzionali del Comune e dunque di diretta dipendenza di Luigi de Magistris e del suo capo di gabinetto, il colonnello dei carabinieri Attilio Auricchio. Una prima esigenza di varare questo nucleo la si era ravvisata nelle indagini interne - ancora in corso - conseguenti il contestato sgombero degli immigrati da via Brin dell’agosto scorso. Poi il sindaco e Auricchio - che è capo di gabinetto ma ha anche i poteri di direttore generale dell’ente - hanno deciso di mettere nero su bianco la mission della neonata struttura.

«Si sostanzia - si legge nel decreto del primo cittadino - in una attività finalizzata al miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza dell’organizzazione che non si risolva in un semplice controllo delle procedure ma si concretizzi in una vera e propria attività di valutazione critica dell’intero processo amministrativo e gestionale e un valido ed efficace sistema di prevenzione di eventuali comportamenti contrari ai doveri d’ufficio».

Nel momento in cui l’Amministrazione sarà informata da cittadini, esponenti politici, dipendenti o mass media di disfunzioni gravi, potrà dunque attivare i suoi segugi che avranno compito di «accertamento di fatti e situazioni che richiedano una specifica attività di approfondimento o supporto a commissioni ad hoc».

Un compito non facile: che i panni sporchi si lavino in famiglia è consuetudine di numerose, grandi, realtà lavorative. Il Comune di Napoli, coi suoi 11mila dipendenti, non fa eccezione: per dare la possibilità ai suoi uomini di indagare a tutto campo, de Magistris li ha dotati per decreto di funzioni e poteri speciali. Gli internal auditors avranno facoltà di fare «interviste» ai dipendenti comunali coinvolti in vicende o informati di fatti specifici e «facoltà di consultazione di tutto il materiale documentale e informatico».

Una volta accertati i fatti, sarà stilata una relazione. Serviranno persone con qualifica di polizia giudiziaria: questo perché uno dei compiti sarà quello, «ove emergano elementi di responsabilità disciplinare, amministrativa, contabile o penale» di comunicarli anche alla Corte dei conti e all’autorità giudiziaria nonché agli organi interni di valutazione dei dirigenti.

Ciro Pellegrino
Marco Toriello

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