giovedì 8 settembre 2011

Fuori dall’euro, la nuova Lira sarebbe svalutata del 60%

MILANO (Finanza.com)

L’uscita dall’euro non è la soluzione ai problemi dei Paesi europei in crisi. Anzi, gli effetti di una tale scelta sarebbero catastrofici.

Nelle ultime settimane molti osservatori hanno proposto come rimedio alla difficile condizione dei conti pubblici l’uscita dall’Euro dei Paesi dell’Ue e il ritorno alla vecchia moneta. Un’operazione che avrebbe l’obiettivo finale di favorire la svalutazione della Paese per rendere più appetibili le merci sui mercati internazionali, aumentando l’export e riducendo l’onere del debito pubblico. La svalutazione delle vecchie monete è stata ipotizzata nell’ordine del 20-25% rispetto dell’attuale quotazione dell’euro.

Un report di Ubs smentisce l’esistenza di facili ricette, delineando uno scenario drammatico nel caso in cui si dovesse giungere ad una situazione del genere. Gli analisti ritengono troppo ottimistica una svalutazione del 20% sottolineando che nessun Paese farebbe un passo del genere per ottenere un aggiustamento tanto modesto della propria posizione. Facendo un parallelo con quanto già successo in Argentina e in Uruguay, Ubs ritiene che la nuova valuta nazionale, dracma, Peso o Lira che sia, dovrebbe valere almeno il 50-60% in meno dell’euro.

I vantaggi della svalutazione verrebbero completamente annullati in un lasso di tempo brevissimo. Per l’Ubs l’abbandono dalla moneta unica provocherebbe in rapida sequenza il default dei titoli di stato e quello dei bond societari. I debiti emessi in euro rimarrebbero denominati in tale valuta e pertanto a maggior ragione non si disporrebbe delle adeguate risorse finanziarie necessarie per fare fronte al pagamento degli interessi e al rimborso dei titoli in circolazione divenuti nel frattempo più onerosi. La fiducia del Paese tra gli investitori sarebbe poi definitivamente compromessa rendendo così difficile collocare nuovi titoli sui mercati internazionali.

Anche la competitività dei prodotti commercializzati nella nuova valuta verrebbe meno. Il trattato di Maastricht non ha regolamentato l’uscita di un Paese dall’euro ma secondo l’Ubs è difficile immaginare che l’Ue rimanga indifferente. Prima di tutto la decisione di abbandonare l’euro implicherebbe anche l’uscita dall’Unione monetaria che tra i suoi obiettivi ha proprio quello di favorire l’integrazione economica. Una reazione da parte dell’Ue potrebbe essere quella di introdurre delle sanzioni economiche: ad esempio dei dazi sulle importazioni di un ammontare pari alla svalutazione della moneta, rendendo così difficile l’export verso i paesi del Vecchio Continente.

Ubs ha quantificato le ricadute economiche di un’uscita dall’euro da parte di uno dei Paesi Pigs. Durante il primo anno si avrebbero dei costi compresi tra i 9.500 e 11.000 euro a persona. Negli anni successivi i costi ammonterebbero tra i 3.000 e i 4.000 euro a persona. Solo nel primo anno l’impatto dei costi è stimato tra il 40-50% del valore del Pil.

Nessun commento:

Posta un commento