giovedì 25 novembre 2010

"Via i segreti di Stato"

ROMA - Un appello rivolto al presidente della Repubblica affinché, dopo il processo per Brescia che ha visto assolti gli imputati, la Stato si impegni effettivamente a far cadere ogni tipo di segreto, formale, informale e/o indiretto sui documenti riguardanti le stragi.


L'appello, sottoscritto da magistrati, presidenti delle associazioni vittime delle stragi, parlamentari, storici, giornalisti e scrittori, oltre al segretario della Cgil, Camusso, è rivolto anche al presidente del Copasir, Massimo D'Alema affinché la legge che stabilisce il limite massimo del segreto in 30 anni sia affettiva e non venga aggirata, di fatto, con una ulteriore reiterazione del "buio" per altri 30.

L'appello, sottoscritto anche da Roberto Saviano, afferma: "Un'intera stagione, quella dello stragismo che ha macchiato di sangue l'Italia, rischia di essere archiviata a seguito della recente sentenza sulla strage di piazza della Loggia, Brescia, che ha assolto per insufficienza di prove tutti gli imputati. Un'assoluzione sulla quale ha pesato non il ricorso a segreti di Stato, bensì silenzi e reticenze di comodo, anche da parte di uomini appartenenti alle istituzioni".

Due le principali proposte dell'appello: "chiediamo che vengano fatte decadere tutte le classificazioni di segretezza su tutti i documenti relativi all'evento - compreso i nominativi ivi contenuti - in possesso in particolare dei servizi segreti, della polizia, dei carabinieri e della guardia di finanza, che i documenti vengano catalogati e resi pubblici senza distinguere tra documenti d'archivio e d'archivio corrente; chiediamo che in tal senso sia data piena attuazione alla legge del 3 agosto 2007, n° 124 che regola il segreto di Stato la quale prescrive che, passati al massimo trent'anni dalla data in cui è stato apposto il segreto sull'evento e sui relativi documenti o dalla data in cui sia stato opposto al magistrato che indagava, tutti i documenti che si riferiscono all'evento siano resi pubblici e consultabili".

"Non è più accettabile - prosegue l'appello - che a tutt'oggi manchino gli specifici decreti attuativi. In tal senso il Freedom of Information Act statunitense ci pare un modello a cui è possibile ispirarsi". Gli oltre 60 sottoscrittori chiedono alle istituzioni di "attivarsi il più decisamente possibile gli Stati che sono oggetto di richieste di rogatorie internazionali collaborino fattivamente e rapidamente".

"Auspichiamo una volontà politica reale volta all'accertamento di tutti i fatti criminali che hanno sconvolto l'Italia". L'appello, promosso da Paolo Brogi, raccoglie le firme di decine di storici (tra gli altri De Lutiis, Portelli, Franzinelli, Foa, Flamini, Tranfaglia), di giornalisti (Parlato, Gabanelli, De Gregorio), di molti presidenti di Associazioni di vittime di stragi (Arnoldi, Bazoli, Bonfietti, Celardo, Maggiani Chelli, Milani), di magistrati (tra gli altri Lupacchini, Imposimato, Priore, Salvini), parlamentari (Calipari, D'Antona, Rossa) e di diversi scrittori oltre a Saviano (Boatti, Lucarelli, Tobagi, ecc...).



A sostegno dell'iniziativa anche la "Rete archivi per non dimenticare".

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