La Procura generale presso la Corte d'Appello di Palermo ha chiesto la parziale riforma della sentenza di primo grado emessa al termine del processo scaturito dall'inchiesta denominata «Sicania 2» che ha fatto luce su cinque omicidi e due agguati falliti alla fine degli anni Novanta in provincia di Agrigento.
Nell'ottobre dello scorso anno, i giudici della Corte d'Assise di Agrigento (presidente Franco Messina, a latere Lisa Gatto) inflissero tre condanne all'ergastolo, una a 18 anni e decisero anche 3 assoluzioni. Il carcere a vita venne inflitto a Stefano Fragapane, 29 anni, e Giuseppe Fanara, 51 anni, entrambi di Santa Elisabetta e a Giovanni Aquilina, 60 anni, di Grotte. Diciotto anni di reclusione vennero inflitti a Salvatore Fragapane, 53 anni, di Santa Elisabetta, ex capo di Cosa nostra Agrigentina. Assoluzione per Giuseppe Brancato, di Porto Empedocle, Francesco Leto, 75 anni, di Sant'Angelo Muxaro, e Carmelo Milioto, di Santa Elisabetta, accusato di favoreggiamento.
Gli omicidi al vaglio del processo sono quelli dei fratelli Vincenzo e Salvatore Vaccaro Notte, assassinati perché si erano ribellati alle richieste della mafia, quello di Filippo Cuffaro, Salvatore Oreto e Giuseppe Alongi, eliminati per contrasti con la cosca. Al centro dell'inchiesta anche i tentati omicidi di Salvatore Grassonelli di Porto Empedocle, morto suicida in carcere, e di Silvio Cuffaro di Raffadali.
Al termine di una lunga e articolata requisitoria, il sostituto procuratore generale d'udienza Ettore Costanzo ha chiesto la conferma degli ergastoli per Stefano Fragapane, Giuseppe Fanara e Giovanni Aquilina. Ha chiesto la conferma della condanna a 18 anni di reclusine per Salvatore Fragapane, mentre per gli imputati assolti ha chiesto pesanti condanne: dieci anni per Francesco Leto e quindici anni per Giuseppe Brancato per il tentato omicidio di Salvatore Grassonelli.
Le parti civili sono rappresentate dagli avvocati Sciarrotta, Cacciatore, Cappello e Casalicchio, mentre il collegio di difesa è composto dagli avvocati Collura, Castronovo, Pennica, Posante e Galluzzo.
Il processo si sta celebrando dinanzi ai giudici della seconda sezione della Corte di Assise di Appello di Palermo presieduta dal giudice Battaglia, a latere La Commare
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