Gli omicidi oggetto del procedimento sono quelli dei fratelli Vincenzo e Salvatore Vaccaro Notte, assassinati a Sant’Angelo Muxaro, perchè si erano ribellati alle richieste della mafia, oltre a quelli di Filippo Cuffaro, Salvatore Oreto e Giuseppe Alongi, eliminati per contrasti con la cosca dei pidocchi.
Al centro dell’inchiesta anche i tentati omicidi di Salvatore Grassonelli di Porto Empedocle, poi morto suicida in carcere, e di Silvio Cuffaro di Raffadali. I giudici di appello in pratica hanno confermato la sentenza di primo grado emessa dalla Corte d’Assise di Agrigento presieduta da Franco Messina. In pratica, rispetto alla requisitoria del procuratore generale, Ettore Costanzo che aveva chiesto pene severe anche per gli imputati assolti non è mutato nulla.
In primo grado l’ergastolo è stato inflitto a Stefano Fragapane, 30 anni, Giuseppe Fanara, 52 anni, entrambi di Santa Elisabetta e per Giovanni Aquilina, 61 anni, di Grotte. Il solo Fragapane è stato assolto dal tentato omicidio di Silvio Cuffaro, ma è stato condannato per i quattro omicidi di cui era imputato. Fanara è stato assolto dal tentato omicidio di Salvatore Grassonelli.
Assolti gli altri tre imputati: Giuseppe Brancato (15 anni era la richiesta per il tentato omicidio di Grassonelli), Francesco Leto (10 anni la proposta dei pm) imputato di associazione mafiosa e Carmelo Milioto, di Santa Elisabetta, accusato di favoreggiamento. Il Pg aveva rimodulato le posizioni di alcuni imputati.
Intanto aveva chiesto la conferma degli ergastoli per Stefano Fragapane, Giuseppe Fanara e Giovanni Aquilina e la conferma delle altre condanne mentre per gli imputati assolti aveva chiesto: per Francesco Leto, dieci anni di reclusione con l’accusa di aver fatto parte di Cosa nostra mentre per Brancato e Fanara era stata inoltre chiesta la condanna a 15 di reclusione per il tentato omicidio di Salvatore Grassonelli. La Corte d’appello, come scritto, ha lasciato immutata, confermandola, la sentenza di primo grado.
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