lunedì 22 novembre 2010

Casalesi, caccia nelle fogne a Zagaria

Il superboss è ancora primula rossa

CASERTA (20 novembre) - Strada transennata, perforatrici che scavano ininterrottamente muri e pavimenti, agenti che ispezionano il sottosuolo. Alcune decine di agenti della squadra mobile di Napoli - gli uomini dello stesso ufficio l'altro giorno hanno arrestato Antonio Iovine del clan dei Casalesi - hanno ispezionato anche un tratto della condotta fognaria.


Sono più di 24 ore che è iniziata l'ennesima operazione per scovare e stringere le manette ai polsi a Michele Zagaria, 52 anni, il boss del clan dei Calasesi che resta forse l'ultimo pezzo da novanta dell'organizzazione ancora da assicurare alla giustizia, dopo la cattura mercoledì scorso di Antonio Iovine, detto 'o Ninnò. Gli investigatori non confermano che tutta questa intensa attività di ricerca cominciata ieri pomeriggio sia finalizzata proprio alla cattura di Zagaria, tuttavia per la tenacia e lo spiegamento di forze nessuno ormai dubita che l'obiettivo sia proprio lui, 'Capastorta', come è soprannominato il boss, considerato dagli inquirenti il re del cemento per gli affari milionari che gestisce nel settore.

Le ricerche sono concentrate in via Magenta, ad Aversa, popoloso centro del Casertano che, per quanto riguarda gli assetti della criminalità, rientra nell'orbita dei Casalesi. Se le ricerche venissero coronate da successo, sarebbe l'ennesima conferma che i boss si nascondono tutti nel loro territorio, dove godono di appoggi e coperture e dove sono in grado di imporre la legge dell'omertà.

Si ritiene che Zagaria possa essersi nascosto nel sottosuolo dello stabile che ospita un outlet di abbigliamento per bambini dove un pannello mobile dava accesso ad un condotto nel sottosuolo, poi rivelatosi senza sbocco. Le ricerche sono state estese alle fogne, mentre un tratto del centro storico di Aversa è stato transennato ed interdetto alla circolazione. Sul luogo gli uomini delle squadre mobili di Napoli e di Caserta con Vittorio Pisani, il dirigente della Mobile partenopea che ha diretto le indagini che hanno condotto alla cattura di Iovine.

È probabile che gli inquirenti abbiano raccolto, da un'intercettazione o da una fonte confidenziale, la certezza che il latitante venga nascosto dal proprietario del locale, sospettato evidentemente di essere un fiancheggiatore come Marco Borrata, il muratore incensurato nella cui casa a Casal di Principe è stato individuato Iovine. Muri e pavimenti sono stati sfondati sia a pianoterra, dove c'è il negozio, sia al primo piano dove abita il proprietario con la famiglia.

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