mercoledì 17 novembre 2010

Le mani della 'ndrangheta sul Nord "L'economia influenzata dalle cosche"

La relazione della Dia: autonome ma legate alla Calabria le mafie
sono penetrate nella vita sociale


ROMA
La «consolidata presenza» in alcune aree lombarde di «sodali di storiche famiglie di ’ndrangheta» ha «influenzato la vita economica, sociale e politica di quei luoghi». È quanto rileva la relazione al Parlamento della Dia (Direzione investigativa antimafia), relativa al primo semestre 2010.

La relazione sottolinea il «coinvolgimento di alcuni personaggi, rappresentati da pubblici amministratori locali e tecnici del settore che, mantenendo fede ad impegni assunti con talune significative componenti, organicamente inserite nelle cosche, hanno agevolato l’assegnazione di appalti ed assestato oblique vicende amministrative».

Per penetrare nel tessuto sociale, le cosche - che in Lombardia godono di una certa autonomia ma dipendono sempre dalla ’casa madre calabrese come ha dimostrato l’inchiesta Crimine che ha ricostruito l’organigramma della ‘ndrangheta - si muovono seguendo due filoni: «quello del consenso e quello dell’assoggettamento».

Tattiche che, sottolineano gli esperti della Dia, «da un lato trascinano con modalità diverse i sodalizi nelle attività produttive e dall’altro li collegano con ignari settori della pubblica amministrazione, che possano favorirne i disegni economici». Con questa strategia, e favorita da «una serie di fattori ambientali», si consolida la «mafia imprenditrice calabrese» che con «propri e sfuggenti cartelli d’imprese» si infiltra nel «sistema degli appalti pubblici, nel combinato settore del movimento terra e, in alcuni segmenti dell’edilizia privata» come il «multiforme compartimento che provvede alle cosiddette opere di urbanizzazione»

Secondo la Dia dunque, si assiste ad un vero e proprio «condizionamento ambientale» da parte della ‘ndrangheta che è riuscita «a modificare sensibilmente le normali dinamiche degli appalti, proiettando nel sistema legale illeciti proventi e ponendo le basi per ulteriori imprese criminali». E la penetrazione nel sistema legale dell’area lombarda, è favorita, dice la Direzione investigativa antimafia, da «nuove e sfuggenti tecniche di infiltrazione, che hanno sostituito le capacità di intimidazione con due nuovi fattori condizionanti: il ricorso al massimo ribasso» nelle gare d’appalto e la «decisiva importanza contrattuale attribuita ai fattori temporali molto ristretti per la conclusione delle opere».

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