cellulare della giovane scomparsa da parte dello zio. Il telefonino al vaglio degli esperti dei carabinieri
AVETRANA (TARANTO)
È all’esame dei reparti specializzati di Roma dei carabinieri il telefonino di Sara Scazzi, trovato parzialmente danneggiato e privo di batteria e di scheda sim l’altro ieri in un podere nel territorio di Porto Cesareo (Lecce). Si sta accertando se vi siano impronte diverse da quelle della ragazzina scomparsa.
Gli investigatori credono poco alla possibilità che il cellulare sia stato abbandonato casualmente nell’ appezzamento di terreno in cui è stato trovato. A ritrovarlo è stato un contadino, Michele Misseri, padre di Sabrina, la cugina di Sara con la quale il 26 agosto, giorno della scomparsa, la 15/enne sarebbe dovuta andare al mare. Il telefonino è rimasto parzialmente bruciato tra le stoppie e le foglie secche a cui la sera prima del ritrovamento lo zio di Sara aveva dato fuoco. Non viene esclusa l’ipotesi che qualcuno abbia deciso di disfarsi del cellulare di Sara gettandolo in quelle stoppie e scegliendo non casualmente il luogo.
Intanto sono stati depositati in Procura i risultati degli esami sui tabulati telefonici dell’utenza di Sara. Si cerca anche lì una traccia per capire dove sia finita la 15/enne. Quattro persone "informate sui fatti" sono state sentite ieri dagli investigatori sino a tarda notte nella sede del Comando provinciale di Taranto dei carabinieri. Uno dei testi sentiti è Sabrina, la cugina con cui Sara aveva appuntamento per andare insieme al mare il giorno in cui è scomparsa. Un’altra testimone è Mariangela, l’amica di Sabrina con la vettura della quale le due cugine sarebbero dovute andare al mare. Gli altri due testi sarebbero amici delle due ragazze. Il contenuto delle dichiarazioni dei testi, tutti convocati dai magistrati inquirenti, sono stati verbalizzati. Sulle dichiarazioni sono in corso accertamenti e nelle prossime ore dovrebbero essere sentite altre persone. Nessuno è stato iscritto nel registro degli indagati: nel fascicolo giudiziario aperto in Procura l’ipotesi di reato è ancora di sequestro di persona a carico di ignoti.
Intanto il procuratore della Repubblica di Taranto Franco Sebastio dà a intendere di credere poco alle coincidenze «specie se sono troppe». Parlando con l’Ansa sulle novità delle ultime non si sbilancia ma in ambiente investigativo, a quanto si capisce dal altre fonti, non si ritiene verosimile che sia stato casuale che il telefonino di Sara sia stato ritrovato proprio dallo zio della quindicenne scomparsa, Michele Misseri, il papà di Sabrina, proprio la cugina con la quale Sara il giorno della scomparsa sarebbe dovuta andare al mare. D’altro canto, Misseri aveva lavorato con altre persone nel fondo agricolo dove ha trovato il telefonino e nessuno aveva notato il cellulare ripulendo il fondo agricolo. Probabilmente il cellulare è stato gettato lì dopo che le fiamme appiccate a stoppie e foglie secche erano già quasi consumate e forse è stato gettato proprio nel fondo dov’era stato al lavoro Misseri come per un "segnale". «Continuiamo - dice Sebastio - a seguire tutte le ipotesi. Naturalmente ce ne sono di meno attendibili, ma siamo ancora nella fase in cui non possiamo abbandonare alcuna pista». «È un impegno senza precedenti - ha aggiunto - come testimoniato anche da esponenti delle istituzioni, quello che si sta mettendo in campo sin dal primo giorno. Bisogna lavorare con pazienza».
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