lunedì 4 luglio 2011

No Tav, Maroni: sono come terroristi ipotizzare il reato di tentato omicidio

I carabinieri: sette ore di assedio Il cantiere di Chiomonte riparte dopo le polemiche Grillo si sfila: «I black bloc sono da arrestare» Gli attivisti: non ci fermeranno

TORINO
Il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ha voluto porgere il ringraziamento suo e di tutto il governo per come è stata gestita ieri la situazione in Val di Susa, «per aver saputo contrastare quello che Napolitano ha definito violenza eversiva e io aggiungo di stampo terroristico». Secondo Maroni, in questa occasione, le forze dell’ordine si sono comportate «in modo esemplare e senza eccessi». «Per gli incidenti in Val di Susa - ha poi concluso il ministro - sono d’accordo con chi ipotizza il reato di tentato omicidio. In ogni caso l’opera sarà fatta, saranno garantite tutte le misure di sicurezza».

Intanto, al Comando dei carabinieri di Torino commentano così i fatti di ieri: «Siamo stati oggetto di azioni violente e bene organizzate. Sono state sette ore di aggressioni». L’Arma conta 47 feriti in quelli che sono stati definiti «attacchi continui» all’area del cantiere Tav presidiata dalle forze dell’ordine. I feriti, tra le forze dell’ordine, sono stati 188. Il cantiere blindato stamattina è tornato alla normalità. Regolare anche la viabilità, sia sull’autostrada A32 riaperta nella serata dopo un’intera giornata di chiusura per motivi di sicurezza, sia lungo le statali.

«Non possiamo cedere ad un gruppo minoritario di delinquenti che hanno trovato la scusa della Torino-Lione per sfasciare tutto» ha detto il ministro dei Trasporti Matteoli. «Il fatto che si siano riversati nella zona rappresentanti dei centri sociali da tutta Italia e elementi dall’estero, anche dal Cile, - ha proseguito - significa che si vuole dare una dimostrazione di forza e lo Stato non può assolutamente cedere». Intanto, continuano a tenere banco le parole di Grillo. «Ieri ho chiamato eroi i valsusini che manifestavano pacificamente, come fanno da anni, per il loro territorio. Sono il primo a condannare e a voler sapere chi sono i black bloc annunciati dai media da giorni. Li trovino, li arrestino» ha spiegato il comico-blogger.

Ieri, i black bloc sono entrati in azione, come si temeva alla vigilia, per tentare di entrare nel cantiere della Maddalena di Chiomonte. Tra i feriti, anche un operaio e qualche decina di attivisti. Ma c’è stata anche una parte pacifica della manifestazione, sottolineavano in serata - a scontri ormai finiti - sindaci e molti No Tav della Valle di Susa. Le dichiarazioni di Alberto Perino, storico leader del movimento No Tav, non smorzano però la tensione: «Le violenze le ha commesse chi ha sparato i lacrimogeni ad altezza d’uomo».

Tra i manifestanti molti erano quelli arrivati da fuori, da molte regioni italiane e anche dall’estero (parlavano inglese), da Francia, Germania, Spagna. Tra di loro si annidavano i professionisti dello scontro violento. E sono quelli che hanno trasformato i boschi subito sopra il piazzale della Maddalena in un campo di battaglia. Lo scontro è stato violento e lo si avvertito anche a chilometri di distanza, sentendo le esplosioni della bombe carta lanciate dai manifestanti più violenti e le scie dei lacrimogeni sparati dalle forze dell’ordine per allontanare gli aggressori tra i boschi di Ramats.

Nel pomeriggio un nuovo fronte di tensione si è creato più a valle, nella zona della centrale idroelettrica, dove lunedì scorso la ruspa scortata dalle forze dell’ordine si era aperta la strada per spazzare via le barricate erette in oltre un mese di occupazione della «Libera Repubblica della Maddalena».

Ma la protesta No Tav non finisce, continuerà nel campo affittato lungo il fiume, ora trasformato in un campeggio. L’assedio ai cantieri della Torino-Lione «durerà fino a che non verranno smobilitati» fanno sapere gli attivisti sul loro sito. «Parlare di antagonisti, centri sociali o quant’altro come nodo centrale per spiegare gli scontri - afferma il movimento Spinta dal basso - è non capire o volere nascondere che in questa valle il livello di sopportazione verso i soprusi di questo potere sordo a delle giuste e sacrosante richieste ha oltrepassato il limite».

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