domenica 17 luglio 2011

«Uccise il padre del boss» Felice Graziano a processo


AVELLINO - Rinviato a giudizio il pentito Felice Graziano detto «Felicione», per l’omicidio di Vincenzo Cava, padre del boss Biagio. Il processo è stato fissato per il 25 novembre dinanzi alla Corte di Assise di Avellino. Nell’omicidio di Vincenzo Cava, genitore del boss Biagio, risulta coinvolto anche Antonio Graziano, per il quale l’udienza preliminare ancora non è stata fissata.


I due, Antonio e Felice Graziano, furono tratti in arresto nel novembre del 2010 su richiesta della Dda di Napoli per l'omicidio del settantacinquenne, avvenuto nell'ottobre del 1995 sulla montagna di San Teodoro, a Quindici. Dalle dichiarazioni del pentito «Felicione», l'autoaccusa di quell'efferato delitto insieme al cugino-killer noto con il nome di «’O sanguinario».

L'omicidio di Vincenzo Cava, efferato nelle modalità visto che i killer gli sfigurarono il viso con i proiettili, venne subito inquadrato dagli investigatori nella faida trentennale tra i due clan di Quindici. L'obiettivo dei killer era quello di colpire il padre del rivale, Biagio, e lo fecero mentre l'anziano tornava a casa dopo una giornata in montagna. Gli esecutori lo fecero scendere da un'auto, sulla quale viaggiava insieme ad altri due passeggeri, per poi finirlo. I testimoni furono a lungo ascoltati dagli inquirenti senza però riuscire a dare un volto agli assassini, in azione a volto coperto.

Il caso, a prescindere dalle ipotesi investigative, fu risolto anni dopo, con la collaborazione del boss Felice Graziano, che si autoaccusò dell'omicidio, commesso insieme al sodale. Una tesi che però non resse in sede di riesame perché l'ordinanza di custodia cautelare fu annullata dopo l'istanza del legale di Antonio Graziano, l'avvocato Massimo Preziosi. Per la difesa, il racconto del collaboratore non combaciava con le prove raccolte nell'immediatezza e con le deposizioni dei testimoni. Dagli elementi probatori acquisiti, sulle scena del crimine ci sarebbero dovuti essere almeno quattro killer e non solo due come invece dichiarato da Felice Graziano. I procedimenti nei confronti dei killer sono stati divisi, con lo stralcio per «Felicione», assistito dall'avvocato Giovanni Conte.

Di un altro omicidio della faida, quello di Crescenzo Bossone, si è discusso ieri in Cassazione dove l'avvocato Dario Vannetiello ha presentato ricorso contro quello della Dda dopo la scarcerazione di Antonio Cava, boss dell'omonimo clan, imputato dell'assassinio. Bossone fu ucciso nel 1988 e gli investigatori puntarono subito le indagini contro il clan Cava. Doveva essere la risposta all'omicidio di Giuseppe Fabi, avvenuto anni prima sulle montagne di Santa Cristina.

Dopo ventidue anni, grazie anche alle dichiarazioni dei pentiti Felice Graziano e Antonio Scibelli, fu riaperto il caso e vennero arrestati come autori materiale dell'omicidio Antonio Cava e Santolo Fabi, il fratello di Giuseppe. L'ordinanza nei confronti di Cava però fu annullata dal riesame dopo l'istanza del suo difensore, l'avvocato Vannetiello.

Giovanni Sperandeo

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