venerdì 15 luglio 2011

La Procura chiede l'arresto di Parolisi

Svolta nelle indagini su Melania:Salvatore incastrato dal cellulare I legali: "Un linciaggio mediatico"

TERAMO
Salvatore Parolisi potrebbe rimanere un uomo libero ancora soltanto per pochi giorni. Ieri sera infatti il sostituto procuratore di Ascoli Piceno Umberto Monti ha avanzato una richiesta di custodia cautelare al Gip Carlo Calvaresi per il marito di Melania Rea, ad oggi unico indagato per omicidio volontario aggravato. La svolta nelle indagini arriva a poche ore dal deposito della perizia del medico legale che ha eseguito l'autopsia e tutti gli esami suppletivi sul cadavere di Melania.

La prova che inchioderebbe in modo inconfutabile il caporal maggiore Parolisi sta nei risultati dei nuovi esami eseguiti sui tabulati telefonici e sulle celle telefoniche dai carabinieri del Nucleo investigativo di Ascoli Piceno e dai Ros di Roma. Dai rilievi risulta che sia il telefonino di Parolisi, sia quello di sua moglie Melania erano agganciati alla cella di Ripe di Civitella alle 14,53, quando cioè la vicina di casa e amica di Melania Sonia Viviani la chiama sul cellulare senza ottenere risposta. Una prova che smentisce quanto fino ad oggi dichiarato da Parolisi, che ha sempre negato di essere stato sul luogo dove è stato rinvenuto il corpo senza vita della 29 enne di Somma Vesuviana. Secondo quanto confermato dall'autopsia l'omicidio si è consumato poco prima della telefonata della Viviani, tra le 13,40 e le 15,40. I rilievi del medico legale confermano inoltre che il luogo del delitto è Ripe di Civitella, un elemento che potrebbe far spostare per competenza l'intero fascicolo dell'inchiesta dalla Procura di Ascoli a quella di Teramo.

Ad aggravare la posizione di Parolisi si aggiungono anche le dichiarazioni di una trentina di testimoni che affermano di non averlo visto prima delle 15,20 a Colle San Marco, dove lui invece di essersi recato insieme alla moglie. Secondo gli investigatori si tratta di esami ad elevatissimo grado di affidabilità (99,9%), praticamente infallibili.

Intanto i legali di Parolisi Valter Biscotti e Nicodemo Gentile hanno espresso sdegno per «questa fuga di notizie in un momento così delicato dell’inchiesta. E' la riprova della gravità inaudita di comportamenti cui noi difensori ci troviamo a dover fra fronte impotenti». «Abbiamo saputo dalla stampa - proseguono - che la Procura della Repubblica di Ascoli avrebbe chiesto l’arresto del nostro assistito per l’omicidio della moglie Melania Rea». E ancora: «Quale è lo scopo perseguito da chi si affretta a divulgare atti processuali protetti dal segreto istruttorio? Il linciaggio morale nei confronti di Salvatore non ha fine - concludono gli avvocati, che chiedono pubblicamente «un’ispezione degli organi competenti del Ministero per accertare la responsabilità di queste fughe di notizie, vere o false che siano».

E alla luce della nuova svolta nel giallo di Teramo si fa sempre più netta la presa di distanza dei Rea da Parolisi: «Per me è l’uomo nero, in questo momento»: così il papà di Melania, Gennaro, parlando di lui ai microfoni di "Estate in diretta". «Gli ho dato mia figlia su un piatto d’argento, e lui non ha saputo proteggerla», ha aggiunto. Riesce a guardarlo negli occhi? Gli ha chiesto il giornalista, e lui: «No, dopo tutti questi tradimenti». Poi quello che suona come un appello: «Se sa, se può dire qualcosa in più, per il bene di sua figlia e anche per sua moglie...». Insomma, Salvatore è sempre più solo.

GRAZIA LONGO

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