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venerdì 15 luglio 2011
Corruzione: arrestata funzionaria delle Entrate e altri tre ai domiciliari
POTENZA - Quei «consigli» truffaldini venivano ben pagati. Lei le chiamava «consulenze», ma per gli investigatori si trattava di «protezione» e di «interventi diretti nelle attività di accertamento fiscale». In cambio? Accettava di tutto Lucia Muscaridola, barese, la funzionaria dell’Agenzia delle entrate di Potenza, dirigente dell’Area controllo sospesa dal servizio. Dalla ricarica telefonica ai biglietti per il cinema. Dai gioielli agli orologi da collezione. Dai «riconoscimenti di natura economica» ai supersconti sugli appartamenti. E per questo è finita in carcere. L’accusa: «corruzione». Per due costruttori di Potenza sono stati disposti gli arresti domiciliari: Maria Antonietta Albini e Domenico De Vivo. Ai domiciliari anche un ragioniere, ex assessore al bilancio del Comune di Potenza, Rocco Tramutola. Interdetto dall’attività professionale un socio della De Vivo costruzioni: Michele Pergola. Gli indagati sono 20. Tra loro c’è il presidente della Provincia di Matera Franco Stella.
«Anche lui - secondo gli investigatori della Guardia di finanza che hanno eseguito gli arresti con la collaborazione di due carabinieri donna del comando provinciale di Potenza - aveva chiesto un favore alla funzionaria dell’Agenzia delle entrate». Le indagini sono state coordinate dal sostituto procuratore antimafia Francesco Basentini. Anche la famiglia del magistrato, hanno accertato gli investigatori, era stata «spiata» dalla funzionaria. «Accessi abusivi al sistema informativo dell’Agenzia delle entrate», le chiamano gli agenti del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza. Ne aveva fatti migliaia. E tra questi c’era anche un «controllo» al marito di un pm della Procura di Potenza. A lei, però, interessavano gli imprenditori. Era a loro che forniva le «consulenze» su come evitare i controlli fiscali.
Operazione «Do ut des» l’hanno ribattezzata i militari che, ieri mattina, hanno anche trasferito a Bari alcuni fascicoli, «per competenza territoriale». C’era una telecamera puntata sulla porta dell’ufficio di un professore dell’Università di Bari. L’hanno piazzata gli investigatori dopo aver ascoltato alcune telefonate della funzionaria con il figlio di un commerciante di Potenza. «Gli pianificava gli esami e - sostiene l’accusa - grazie alle sue amicizie con un professore influente gli dava anche una mano a superarli». Il gip del Tribunale di Potenza Luigi Spina ha anche disposto il sequestro preventivo di conti corrente e appartamenti per un valore complessivo di 900mila euro. «Il corpo del reato», lo chiamano gli investigatori.
FABIO AMENDOLARA
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