sabato 23 luglio 2011

Melania contro Ludovica "Ti spacco la faccia"

Il racconto dell'amante di Parolisi: voleva che non ci vedessimo più

INVIATA AD ASCOLI
Dietro il delitto di Melania Rea - uccisa a 29 anni con 32 coltellate il 18 aprile, nel bosco di Ripe di Civitella - c’è la doppia vita del marito. Il caporalmaggiore dell’Esercito Salvatore Parolisi, in carcere con l’accusa di omicidio pluriaggravato, era diviso tra due donne. Da una parte, l’amante Ludovica, che nell’interrogatorio del 5 maggio a carabinieri e pm racconta:

«Con Salvatore abbiamo affrontato discorsi su eventuali e futuri figli nostri... non prendevamo precauzioni e una volte che ebbi un ritardo Salvatore mi disse che se fossi rimasta incinta lui mi sarebbe stato vicino e non mi avrebbe fatto abortire».

Dall’altra, la moglie Melania che, sempre dal racconto della soldatessa rivale in amore, non si arrende all’idea di perdere il marito. «Nel gennaio 2010 Salvatore chiamò per sbaglio la moglie con il telefonino segreto che usava con me. Lei aveva fatto una ricerca Vodafone era risalita al mio numero tramite l’operazione “you and me”. Mi chiamò e mi minacciò di spaccarmi la faccia se avessi continuato a vederlo. Io dissi che non ero andata a letto con lui e che certi chiarimenti avrebbe dovuto averli con lui e non con me».

In quei giorni la spuntò Ludovica. Melania era a casa dei genitori con la bimba di 3 mesi e Salvatore per calmare l’amante la raggiunse a Roma dopo due ore. «Si trattenne con me 4 o 5 giorni in un monolocale affittato per l’occasione». Intanto Parolisi cambia la scheda telefonica.

Passa qualche mese e, a Pasqua 2010, mentre la coppia Parolisi è in vacanza a Verona, dalla sorella del caporalmaggiore dell’Esercito, Melania fiuta di nuovo il tradimento. «Seguì Salvatore che si era allontanato con una scusa ma fu scoperto dalla moglie che gli prese il cellulare e lo buttò a terra. Il giorno stesso Melania mi chiamò rimproverandomi...mi disse di aver capito perché il marito non la considerava più sessualmente».

Dalle parole di Ludovica emerge il ritratto di un innamorato appassionato e dolce «che voleva ancora bene alla moglie, ma mi aveva detto che si sarebbe separato entro un anno». Un tenerone che «non mi ha mai fatto cucinare, lo faceva lui, e mi portava la colazione a letto».

E dire che il colpo di fulmine tra il fascinoso istruttore e la bella recluta avvenne per caso, per un piercing. Non di Ludovica, ma dell’ultima allieva delle 300 affidate a Parolisi. «Io dovevo andare con un altro istruttore, ma quella ragazza venne invitata a togliersi il piercing da Salvatore e per questo decise di ritirarsi. Quindi c’era bisogno di un’altra ragazza che completasse la squadra. Salvatore mi disse di entrare...». Ludovica nega di essere mai andata a casa della coppia a Folignano, né nel bosco di Ripe di Civitella con Salvatore.

In un secondo interrogatorio, il 21 maggio, alla domanda se gli avesse mai posto un ultimatum, risponde: «Dal dicembre 2010 quando mi ha garantito che avrebbe lasciato la moglie. In più di un’occasione abbiamo discusso per telefono e di persona. Talvolta è capitato anche che lui piangesse».

Non come quando Parolisi parla della morte della moglie, davanti al pm Umberto Monti o alle telecamere. Il volto è atteggiato alle lacrime, che però non scendono. Un pianto secco, che sembra simulato. Ludovica è convinta della sua innocenza, «ma se per caso confessasse di aver commesso il delitto per causa mia, mi perderebbe comunque».

Ludovica non è stata l’unica allieva caduta fra le braccia del fascinoso istruttore. «Mi ha rivelato di altre due, tre relazioni poco importanti con ragazze dei precedenti corsi», racconta lei stessa. Lo conferma Rosa, un’altra soldatessa amante «ma solo per una notte, in un bed&breakfast». Lo stesso dove andava con Ludovica e - come si legge nel verbale di interrogatorio di Rosa, il 21 maggio, «andavano altre allieve e altri caporali scelti... che io sappia Salvatore e un altro scelto avevano una casa d’appoggio ad Ascoli». Della garçonnière Ludovica non sa nulla. Lei nel portafoglio custodisce il biglietto da visita (consegnato ai carabinieri) del bed&breakfast su cui Salvatore, in occasione del 14 febbraio 2010 le scrive «Ti immagino qui tra le mie braccia. Buon San Valentino amore mio».

GRAZIA LONGO

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