sabato 2 luglio 2011

Camorra, bufera sul capo della Mobile Marco Iorio arrestato a Fiumicino

NAPOLI - È caccia ai soldi portati in Svizzera da Marco Iorio, l'imprenditore al centro dell'inchiesta su ristoranti e riciclaggio che ha coinvolto, tra gli altri, Vittorio Pisani, fino a ieri capo della squadra mobile di Napoli. E proprio Marco Iorio è stato arrestato poco fa dalla Dia all'aeroporto di Fiumicino. Iorio, che si trovava in Florida in compagnia dell'amico Fabio Cannavaro, ha deciso di tornare in Italia per costituirsi.


Indagini con la Svizzera. La Procura di Napoli ha già rivolto una richiesta di assistenza giudiziaria alle autorità elvetiche. L'obiettivo è individuare la banca in cui il denaro - una somma che potrebbe avvicinarsi al milione di euro - è stato depositato per evitarne il sequestro. Gli investigatori ritengono infatti che Pisani, al quale il gip ha imposto il divieto di dimora nella provincia di Napoli, abbia rivelato a Iorio l'esistenza di un'inchiesta sul suo conto, inducendolo a spostare il denaro in Svizzera.

Indagini, svolta con esposti anonimi . La moglie dell'imprenditore, Valeria Santopaolo, che è tra le 14 persone arrestate ieri, aveva già fissato in territorio elvetico la sua residenza. Non ha invece per ora trovato riscontro la circostanza, riferita in alcuni esposti anonimi, secondo cui in almeno un paio di occasioni Pisani avrebbe affidato ad agenti della squadra mobile il compito di scortare in Svizzera Marco Iorio in occasione del trasferimento del denaro. Proprio gli esposti anonimi hanno rappresentato il punto di svolta di un'inchiesta che i pm Sergio Amato ed Enrica Parascandolo avevano avviato da alcuni mesi. Vi erano riferiti fatti giudicati dai pm molto gravi, come l'acquisto di una casa nel quartiere collinare del Vomero da parte di Pisani con soldi in parte ricevuti da Iorio. Uno degli episodi segnalati dall'anonimo, il ritrovamento di refurtiva e l'individuazione dei due responsabili di un furto ai danni del cognato dell'imprenditore senza informare la Procura, ha effettivamente trovato riscontro. In alcune note dal tono imbarazzato, la Questura ha infatti dovuto ammettere che non c'è più traccia degli atti compiuti.

Indagini sulla casa del capo della mobile. L'attenzione degli inquirenti è ora concentrata sulla compravendita della casa del Vomero e sono in corso accertamenti bancari e finanziari per verificare se la segnalazione anonima sia fondata o meno. L'ipotesi, è scritto nell'ordinanza emessa dal gip Maria Vittoria Foschini, è che «Marco Iorio avrebbe dato al dirigente della squadra mobile una parte dei soldi utilizzati per l'acquisto della casa al Vomero, soldi che il proprietario dei ristoranti del quartiere Chiaia avrebbe guadagnato in nero, 'parcheggiandoli' in un immobile sicuro al riparo da indagini e intrusione dell'autorità giudiziaria».

La difesa di Pisani. In una nota inviata in Procura dopo l'esposto, Pisani precisò di avere acquistato la casa nel dicembre del 2009 dopo averne venduta un'altra che possedeva a San Sebastiano al Vesuvio e di aver contratto un mutuo per la ristrutturazione. I dubbi degli inquirenti però rimangono, poichè il valore di un immobile in provincia è assai inferiore a quello di una casa nella zona di San Martino, la zona più panoramica del quartiere Vomero.

Al via i primi interrogatori di garanzia. Oggi, intanto, sono cominciati gli interrogatori di garanzia; davanti al gip sono sfilati diversi indagati, tra cui i tre commercialisti arrestati: Sandra De Caro, Maddalena Plancqueel e Antonio Carpentieri. Domani toccherà ai fratelli Iorio, e quindi anche Marco che si è in pratica fatto arrestare comunicando il suo rientro in Italia. Vittorio Pisani sarà interrogato lunedì mattina. L'avvocato Rino Nugnes, che lo assiste assieme al collega Vanni Cerino, si dice «certo che tutto sarà chiarito e il dottor Pisani riuscirà a dimostrare la sua estraneità ai fatti».

La mani della camorra sui ristoranti di Chiaia. Ristoranti, pub e bar concentrati soprattutto sul lungomare di Napoli e nel «salotto buono» di Chiaia, ma alcuni disseminati anche a Caserta, Genova, Torino e Varese. Diciassette locali dietro i quali si nascondevauna gigantesca attività di riciclaggio e di usura gestita da personaggi contigui alla camorra.

Fabio Cannavaro. L’inchiesta della Dia ha portato ieri al sequestro dei locali e di beni per 100 milioni di euro e nell'esecuzione di 15 ordinanze di custodia. Tra i nomi di spicco nell’inchiesta anche Fabio Cannavaro, ex capitano del Napoli e dell’Italia mondiale. Il calciatore non è indagato, ma è socio al 10% del ristorante «Regina Margherita» sul lungomare sequestrato dalla Finanza. L’indagine ha coinvolto anche la Questura di Napoli: travolto Vittorio Pisani, brillante capo della squadra mobile di Napoli, accusato di favoreggiamento nei confronti dei clan e obbligato dal gip a non dimorare a Napoli. Il funzionario è stato già trasferito a Roma.

Le cimici. Le conversazioni che accusano l’ex capo della squadra mobile di Napoli, Vittorio Pisani, sono recentissime: la primavera del 2011, pochi giorni fa. In una intercettazione ambientale grazie a una «cimice» piazzata nell’auto di Marco Iorio, l’imprenditore legato ai clan, si parla proprio di Vittorio Pisani e degli esposti anonimi che riguardano lui e il suo amico del ristorante, esposti della cui esistenza proprio Pisani li avrebbe avvertiti. «Quelli hanno fatto un esposto che Vittorio ... che io gli ho prestato i soldi a Vittorio per comprarsi la casa! ... una denuncia anonima...». 500mila euro che Pisani giustifica con la vendita di un’altra casa, a San Sebastiano al Vesuvio, e un mutuo per ristrutturazione.

I ristoranti. I clan avevano messo le mani anche sui maggiori ristoranti di Chiaia e del lungomare davanti a Castel dell’Ovo. I locali sequestrati dalla Dia nell'ambito dell'inchiesta su un'attività di riciclaggio e usura collegata al clan Lo Russo sono 17, tutti molto noti e frequentati. Tra essi il bar «Ballantine» e i ristoranti-pizzeria «Regina Margherita» in via Partenope e «I re di Napoli», la paninoteca «Dog Out» in piazza Municipio, il ristorante «Villa delle Ninfe» a Pozzuoli. Tra i protagonisti dell’indagine, l’imprenditore Marco Iorio che - secondo il gip - gestiva le attività a nome dei Lo Russo e in società con Bruno Potenza, il figlio di Mario nella cui casa furono rinvenuti 8 milioni di euro in contanti. Da Maroni «stima e fiducia» a Pisani.

I nomi degli arrestati. Sono complessivamente quindici le persone arrestate ieri a Napoli nell'ambito dell'inchiesta sulle attività di riciclaggio e di usura, e sul reinvestimento di capitali illeciti in catene di ristoranti, pub e bar, condotta dalla Procura della Repubblica partenopea. In carcere sono finiti Bruno Potenza, di 49 anni, Salvatore Potenza, di 46 anni, Assunta Potenza, di 51 anni, Antonella Di Pesa, di 42 anni, Antonio Carpentieri, di 41 anni, Maddalena Plancqueel, di 49 anni, Domenico Sarpa, di 53 anni, Salvatore Martelli, di 50 anni, Salvatore Scamardella, di 50 anni, Giovanni De Michele, di 34 anni, Marco Iorio, di 42 anni, Massimiliano Iorio, di 40 anni, Carmine Iorio, di 35 anni e Sandra De Caro, di 42 anni. Agli arresti domiciliari è finita una sedicesima persona, Mario Potenza, di 79 anni. Per Vittorio Pisani, capo della squadra mobile di Napoli, di 44 anni, è stato invece disposto il divieto di dimora.

I locali sotto sequestro, ma regolarmente aperti al pubblico, sono:


Regina Margherita
Via Partenope 19 - Napoli


Pizza Margherita
Riviera di Chiaia 271 - Napoli


I Re di Napoli
Via Partenope 29 - Napoli


Risto-pub First
Piazza Rodinò - Napoli


Paninoteca Dog-Out
Piazza Municipio - Napoli


Risto-pub Nexxt
Via Bosco - Caserta


Regina Margherita
Via Bosco - Caserta


Bar Pasticceria "Ca. Cocozza"
Piazza Vittoria - Genova


Regina Margherita
Piazza Vittoria - Genova


Regina Margherita
Via del Carmine - Torino


Regina Margherita
PIazza della Motta - Varese


Bar Ballantines
Via Carducci - Napoli


Risto-pub Nexxt
Riviera di Chiaia - Napoli


Ristorante Poseidone
Via Partenope - Napoli


Ristorante Villa delle Ninfee
Pozzuoli (Na)

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