sabato 2 aprile 2011

Lo sdegno dei genitori di Yara: "Non invadete il nostro dolore"

Appello della famiglia ai media: «Cerchiamo nuovo equilibrio»


BREMBATE SOPRA (BERGAMO)
«Vorremmo esprimere pubblicamente il nostro sentimento di amarezza e di sdegno nei confronti di chi, in maniera spasmodica e pressante, continua ad invadere il nostro dolore di famiglia angosciata da un dramma indescrivibile. Non capiamo e non giustifichiamo questo continuo accanimento giornalistico nella ricerca di fotografie o di video raffiguranti nostra figlia Yara. Rimarchiamo la nostra volontà di non autorizzare l’emissione di queste immagini, che ai fini investigativi non sono di alcuna utilità. Vi preghiamo di non nascondervi dietro il paravento del diritto di cronaca, abbiate semplicemente rispetto ed umiltà per la nostra situazione. Stiamo cercando di ricostruire un nuovo equilibrio familiare ed il clima che state creando non ci sta aiutando. Infinitamente grati, Famiglia Gambirasio». E' gonfia di dolore la lettera inviata oggi a numerosi mezzi d'informazione in cui la famiglia Gambirasio esprime il suo disappunto per la messa in onda di alcuni video e immagini di Yara, la tredicenne di Brembate Sopra (Bergamo) scomparsa il 26 novembre scorso e trovata uccisa dopo tre mesi in un campo.

L’Autorità Garante per la protezione dei dati personali ha invitato «tutti i mezzi di informazione e i media a prestare la massima attenzione all’accorata richiesta della famiglia di Yara Gambirasio affinchè non si continui a diffondere fotografie o video di Yara». «Tale diffusione infatti, mentre ha il sicuro effetto di rinnovare il dolore di una famiglia, ben difficilmente - spiega il Garante - può apparire oggi ’davvero nell’interesse oggettivo del minorè». «Condizione, questa - ha aggiunto - che esplicitamente l’articolo 7 comma 3 del Codice deontologico relativo al trattamento dei dati personali nell’esercizio dell’attività giornalistica, anche richiamando la Carta di Treviso, indica come requisito essenziale di legittimità per la diffusione dei dati relativi ai minori». «Requisito che va rispettato - conclude - con particolare rigore quando si tratta di minori vittime di reati e violenze».

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