Si tratta di Raimondo Bonfanti, 25 anni, il manovale accusato di concorso morale e materiale in omicidio e tentato omicidio e di porto illegale d'arma da fuoco in luogo pubblico
AGRIGENTO. Si è costituito agli agenti del commissariato di polizia di Palma di Montechiaro, in provincia di Agrigento, Raimondo Bonfanti, 25 anni, il manovale accusato di concorso morale e materiale in omicidio e tentato omicidio, nonché porto illegale d'arma da fuoco in luogo pubblico. Nei confronti di Raimondo Bonfanti, così come del padre Vincenzo, 54 anni, e del fratello Nicola, 29, la procura della Repubblica di Agrigento aveva disposto un fermo: i tre avrebbero ucciso, nel pomeriggio del venerdì santo, con 10 colpi di pistola calibro 9, Nicolò Amato, 63 anni, coltivatore diretto di Palma di Montechiaro.
Secondo le indagini della polizia, ad esplodere i colpi prima contro Nicolò Amato e poi contro il figlio Diego, 26, studente domiciliato a Milano, accorso in aiuto del padre, sarebbe stato
proprio Raimondo Bonfanti.
L'omicida avrebbe sparato contro gli Amato perché accusava Nicolò di avere messo dei lucchetti nelle saracinesche del bar-pizzeria 'La Fontana' di via Nenni, i cui locali erano di proprietà della vittima. I Bonfanti, che avevano avuto in gestione il locale, non pagavano le bollette delle utenze Enel, anch'esse intestate alla vittima. La pistola con la quale è stato commesso il delitto, ed è stato ferito Diego Amato, non è stata ancora ritrovata.
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