sabato 16 aprile 2011

Avellino, usura a commercanti quattro arresti nel clan Pagnozzi

NAPOLI - Un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della DDA partenopea, è stata eseguita oggi dai carabinieri della Compagnia di Montesarchio, tra il beneventano e l'avellinese, nei confronti di quattro persone accusate di usura ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. Tre dei quattro provvedimenti sono stati notificati in carcere ai rispettivi destinatari in quanto già stati arrestati in flagranza di reato nel luglio del 2010. Una quarta persona è stata arrestata e chiusa nel carcere di Benevento mentre sono in corso le ricerche di una quinta. Durante le indagini dei militari dell'Arma sono stati sequestrati anche numerosi assegni e documentazione contabile sui prestiti usurai concessi. L'ordinanza riguarda persone ritenute appartenenti al clan dei «Pagnozzi», attivo nel comune e nelle zone limitrofe di San Martino Valle Caudina (Avellino). Si tratta di Gerardo Marino, di San Martino Valle Caudina (Avellino), di 58 anni; Franco Mozzillo Alvano, di Ponte (Bevenento), di 51 anni; Carmine La Selva, di Ceppaloni (Benevento), di 45 anni e Antonio Panella, di Montesarchio (Benevento), di 43 anni. Nel 2010 Marino e Mozzillo Alvano finirono in manette perchè sorpresi a riscuotere una rata mensile di un prestito erogato a tasso usurario. Poche ore dopo, anche Pelella fu arrestato, sempre in flagranza, per lo stesso reato. La Selva, invece, è stato rintracciato e arrestato dai carabinieri. Per lui si sono aperte le porte della casa circondariale di Benevento. Le indagini che seguiro i due episodi del 2010 consentirono di appurare che il reato d'usura di cui si erano resi protagonisti Marino, Mozzillo Alvano e Pelella, era aggravato dal metodo mafioso: l'attività usuraia ed estorsiva, infatti, caratterizzata da continue richieste vessatorie di interessi usurai nei confronti delle vittime - riporta un comunicato a firma del procuratore aggiunto Federico Cafiero de Raho - era esercita da appartenenti al clan «Pagnozzi». Gli investigatori riuscirono anche a risalire ad un altro rapporto usuraio messo in piedi da Carmine La Selva in concorso con Mozzillo Alvano.

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