E' durato più di un'ora e mezzo l'interrogatorio del parlamentare Mpa, agli arresti domiciliari da martedì scorso, perché accusato di associazione per delinquere finalizzata alle truffe aggravate ai danni della Comunità europea, dello Stato e di altri enti pubblici, ma anche di malversazione ai danni dello Stato, evasione fiscale e riciclaggio di denaro. Di fronte al gip ha smentito tutto ciò che gli viene contestate nell'ambito della gestione del Consorzio per l'area iblea
MODICA. E' durato più di un'ora e mezzo l'interrogatorio del parlamentare Riccardo Minardo (Mpa), agli arresti domiciliari da martedì scorso, perché accusato di associazione per delinquere finalizzata alle truffe aggravate ai danni della Comunità europea, dello Stato e di altri enti pubblici, ma anche di malversazione ai danni dello Stato, evasione fiscale e riciclaggio di denaro.
Assistito dal proprio legale di fiducia, Carmelo Scarso, il presidente della commissione affari istituzionali dell'Ars ha respinto le accuse che gli vengono contestate nell'ambito della gestione del Consorzio per l'area iblea. Insieme a lui è stata interrogata anche la moglie, Giuseppa Zocco, che si trova agli arresti domiciliari insieme al presidente del consorzio, Rosaria Suizzo, e ad altre due persone, Mario Barone e Piero Maienza. I coniugi Minardo hanno risposto alle domande del gip Patricia Di Marco, dando una serie di documenti per chiarire i passaggi finanziari di oltre quattro anni di gestione contabile del Consorzio di sviluppo dell'area iblea. Al termine degli interrogatori, l'avvocato Carmelo Scarso ha chiesto al Gip, De Marco, la revoca della custodia cautelare ai domiciliari per entrambi i coniugi, dal momento che, secondo il legale, vengono meno le esigenze cautelari.
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