martedì 26 aprile 2011

Melania, si segue la pista passionale

Gli inquirenti sentono nuovi testimoni, verifiche sugli alibi
ASCOLI PICENO
La pista «passionale» è quella più accreditata da parte degli inquirenti, in relazione al caso dell’omicidio di Melania Rea. Secondo fonti del tribunale di Ascoli, la 29enne di origine napoletana sarebbe stata uccisa da qualcuno che la conosceva bene, e gravitava o in ambito familiare o in quello del luogo di lavoro del marito - Salvatore Parolisi, caporalmaggiore dell’esercito di stanza ad Ascoli - cioè quello della caserma Clementi.

Qui Parolisi, con alle spalle missioni sia in Kosovo che in Afghanistan, addestrava le nuove reclute dell’esercito, soldatesse che venivano anche portate nella zona montana di Ripe di Civitella, a 1200 metri di quota, presso il bosco della Casermette, per svolgere esercitazioni di tiro. E proprio qui, vicino il Chiosco della Pineta, e a circa 10 chilometri da Colle S.Marco,dove la donna è scomparsa nel pomeriggio di lunedi 18 aprile, è stato trovato il cadavere martoriato con 35 tra tagli e coltellate, di Melania Rea.

Un cadavere inserito in una scena del crimine che però, secondo le ultime indiscrezioni , potrebbe essere stata un pura e semplice messa in scena, quanto alle siringhe trovate sul corpo e alla tracce biologiche trovate vicino al corpo e sul chiosco della Pineta, a pochi metri dal luogo in cui il cadavere è stato rinvenuto. Una messinscena per sviare le indagini. Nonostante poi l’appello lanciato dalle Procure di Ascoli e Teramo, il telefonista che ha avvertito al 113 di Teramo della presenza di un cadavere a Ripe di Civitella, non si è ancor fatto vivo per testimoniare e fornire indizi utili alle indagini.

Le indagini proseguono a ritmo serrato. Gli inquirenti, che hanno sentito negli ultimi giorni più di venti persone, stanno controllando e verificando gli alibi dei sospettati per il caso. L’attenzione degli investigatori si starebbe concentrando in particolare su cinque persone. Intanto, le Procure di Ascoli e Teramo hanno lanciato un secondo appello affinchè l’uomo che telefonò al 113 teramano per avvertire della presenza del cadavere della donna, probabilmente un anziano, molto spaventato per quanto accaduto, si faccia vivo con gli inquirenti per fornire indicazioni o informazioni utili ai fini della indagini. L’appello è rivolto anche a chi ha, transitando in auto o in bici o a piedi nella zona, avrebbe visto qualcosa a Ripe di Civitella, lungo la strada che da Colle S.Marco (Ascoli) - area dove Melania scomparve nel pomeriggio di lunedi 18 aprile - sale fino a 1200 metri di quota e poi ridiscende sul versante teramano della Montagna dei Fiori. Finora però nessuno degli appelli è stato ascoltato. Intanto comunque le indagini proseguono a 360 gradi, anche se la pista passionale o legata a qualche mistero ancora da svelare nella vita del marito della donna o dei familiari della coppia, sembra ormai prevalere sulle altre.

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