giovedì 21 aprile 2011

Le mani della 'ndrangheta sul calcio

Maxi-operazione contro i clan: sequestrati beni per 190 milioni
Sigilli anche alle società sportive Interpiana di Cittanova e Sapri

REGGIO CALABRIA
Aumentare il proprio consenso sul territorio. Era questo il motivo che ha spinto Francesco e Marcello Pesce, accomunati da una grande passione per il calcio, a controllare, direttamente o indirettamente, le squadre di calcio di serie D Interpiana e Sapri (Salerno). È quanto emerge dall’operazione All Clean, che ha portato al sequestro di beni per 190 milioni di euro, e fa dire agli investigatori che «oggi possiamo dire, con soddisfazione, che Rosarno è veramente libera» dai condizionamenti economici.

Francesco, secondo l’accusa, attraverso due prestanomi, Domenico Varrà, già arrestato e Vincenzo Condomiti, controllava prima la squadra di calcio del Rosarno e dal campionato 2010/2011, dopo la fusione, quella del Cittanova Interpiana. Marcello, invece, quale socio occulto, era nella compagine della Sapri Calcio. Nell’operazione All Clean, i finanzieri hanno eseguito 145 accertamenti economico - patrimoniali, di cui 70 a carico di persone fisiche e 75 nei confronti di persone giuridiche, partendo dai nuclei familiari riconducibili a Antonino Pesce, di 58 anni, detto «Testuni», detenuto; Giuseppe Pesce (57), «Pecora», deceduto; Francesco Pesce (33), «Ciccio Testuni», latitante; Vincenzo Pesce (52), «U pacciu e/o U ’mbriacuni», detenuto; Marcello Pesce (47), «U Ballerinu», latitante; Domenico Leotta (51), «U Longu», latitante; Roberto Matalone (34), genero di Antonino Pesce, latitante; Maria Grazia Messina (69), suocera di Antonino Pesce, detenuta; Domenico Varrà (57), «Mister», detenuto; i fratelli Rocco (50) e Franco Rao (47) «U Puffo/U Nano», nipoti del defunto boss «Peppe» Pesce.

Ulteriore slancio alle indagini è venuto dalle dichiarazioni di Giuseppina Pesce, figlia di Salvatore detto «u Babbu», dalla quale i finanzieri hanno ricevuto notizie utili a cristallizzare il quadro indiziario. Cinque giorni fa, le dichiarazioni di Giuseppina hanno consentito l’arresto della madre Angela Ferraro e della sorella Marina, di 48 e 29 anni. Tra i beni sequestrati figurano anche 20 ditte individuali, due aree di servizio a Rosarno, un complesso sportivo composto da tre campi da calcio e relative strutture sportive

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