mercoledì 6 ottobre 2010

OMICIDIO MICHELE CANGIALOSI

Ammessi all'abbreviato

OMICIDIO MICHELE CANGIALOSI. I tre imputati hanno optato per il rito speciale. I parenti della vittima si sono costituiti parte civile chiedendo otto milioni e mezzo di risarcimento

Il processo per l'omicidio di Michele Cangialosi entra nel vivo. Ieri, nell'udienza preliminare dinanzi al Gup Giuseppe Miceli, si è costituita la parte civile, i genitori e i fratelli della vittima, rappresentata dall'avvocato Pietro Casandra. È stato richiesto un risarcimento danni di 8,5 milioni di euro da suddividere nel modo seguente: 2,5 milioni per ciascun genitore, 1,5 milioni per ciascuno dei tre fratelli. Il Gup ha accolto la richiesta dei difensori degli imputati di celebrare il processo con il rito abbreviato. Per Saieva e Piazza l'abbreviato è stato richiesto dai rispettivi legali, Massimo Ragusa e Giovanni Todaro, con la condizione dell'interrogatorio degli imputati, mentre i difensori di Naro, gli avvocati Aldo Rossi e Mauro Tirnetta, hanno optato per l'abbreviato semplice.


Intanto, il difensore di Paolo Piazza ha depositato documenti e un filmato. Quest'ultimo tenderebbe a dimostrare come sarebbe impossibile raggiungere il luogo in cui è stato sepolto Michele Cangialosi con la Citroen C3, la piccola utilitaria che secondo gli investigatori sarebbe stata utilizzata per trasportare la vittima dall'abitazione in campagna.

L'udienza è stata aggiornata al 19 ottobre. Nei giorni scorsi il sedicenne G. B. è stato condannato dal Tribunale dei minori di Palermo a 9 anni di reclusione, pena già ridotta con la diminuente prevista dal rito abbreviato. E' stato il ragazzo ad accendere i riflettori su quella che era ritenuta una scomparsa del Cangialosi. Non si avevano più notizie di quest'ultimo dall'aprile del 2009. L'omicidio sarebbe avvenuto nella notte tra il 20 e il 21 aprile del 2009. Il cadavere fu poi ritrovato sei mesi dopo. Il racconto del minorenne ha portato alla luce particolari raccapriccianti facendo emergere una ferocia inaudita consumata ai danni della vittima. Sarebbe stato strangolato a casa con la complicità della moglie, che avrebbe addormentato il Cangialosi con l'ausilio di sonniferi. Poi, secondo gli investigatori, avrebbe aperto la porta per consentire l'accesso di Naro e Piazza. Agonizzante, la vittima sarebbe stata trasportata a bordo di una piccola utilitaria fino sul posto della sepoltura. Era ancora agonizzante il Cangialosi. Riposto in fondo alla fossa alta due metri, gli sarebbero stati inferti ancora dei colpi di zappa per finirlo. Nella deposizione resa alla Polizia, il minore racconta: «Ricordo ancora che il Cangialosi, anche dentro la fossa si lamentava ancora e il Piazza, sceso anche lui all'interno della fossa gli ha dato altri due colpi di zappa sulla testa».

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